A soli venti giorni dalla conclusione del suo mandato Barack Obama ha scelto di espellere 35 diplomatici russi dagli Stati Uniti. Una decisione importante, che ha fatto salire ulteriormente la tensione tra i due Paesi e che molti analisti già interpretano come un gesto diretto a colpire più Donald Trump, che Vladimir Putin. Gli otto anni di amministrazione Obama si concludono, quindi, con un gesto che sembra cancellare definitivamente quel “nuovo inizio” nelle relazioni russo-statunitensi annunciato da Barack Obama e dall’allora presidente della Federazione Russa, Dmitrj Medvedev, in un comunicato stampa congiunto dopo il G20 di Londra del 2009. Più che un nuovo inizio nelle relazioni bilaterali, infatti, gli otto anni che sono seguiti a quell’incontro hanno portato, semmai, all’inizio di una nuova Guerra Fredda tra Washington e Mosca. Dalla crisi ucraina a quella siriana, fino allo scandalo dell’hackeraggio dei server del Partito Democratico, le relazioni tra Russia e Stati Uniti negli ultimi anni sono state contrassegnate da un crescendo di tensioni. Ecco alcune delle principali tappe di un anno di scontri tra Occidente e Russia.
La crisi ucraina
Con le manifestazioni di piazza a Kiev che, nel febbraio del 2014, portano al rovesciamento del presidente ucraino Viktor Yanukovich, i rapporti tra Mosca e Washington cominciano ad incrinarsi sensibilmente. La Russia considera Euromaidan un golpe organizzato dall’Occidente, gli Usa e l’Unione Europea sanzionano Mosca per l’annessione della Crimea e l’accusano di supportare le attività militari dei ribelli filorussi nelle regioni del Donbass. Mosca viene espulsa dal G8, e le conseguenze della crisi si trascinano per tutto il 2016. Washington e Bruxelles tendono ad isolare Mosca sul piano internazionale e colpiscono la Russia con almeno sei round di sanzioni.
La crisi siriana
Intervenendo nella crisi siriana in supporto di Assad, nel settembre del 2015, Mosca rompe l’isolamento internazionale seguito alla crisi ucraina e si conquista un ruolo da protagonista in Medio Oriente, un tempo area di appannaggio esclusivo degli Stati Uniti. Nel Paese inizia una vera e propria guerra per procura, come l'hanno definita alcuni analisti, tra i ribelli sostenuti dagli Stati Uniti e l’esercito governativo, supportato dalla Russia. A settembre Russia e Stati Uniti raggiungo un’intesa per il cessate il fuoco a Ginevra. La tregua però fallisce dopo una settimana e la tensione sale al punto tale che ad ottobre Washington annuncia l’interruzione di qualsiasi contatto bilaterale con Mosca sulla Siria, dopo l’offensiva lanciata dall'esercito siriano e dall'aviazione russa per la riconquista di Aleppo.
L’espansione della Nato ad Est
Il 2016 è contrassegnato anche dalle proteste di Mosca per le mire espansionistiche della Nato ad Est e per le esercitazioni militari sempre più frequenti ai confini orientali dell’Alleanza. Lo schieramento dello scudo anti-missile in Polonia e Romania e il dispiegamento di circa 4mila effettivi nei Baltici e nella Polonia orientale, dopo il vertice Nato di Varsavia, hanno suscitato vive proteste da parte della Russia, che ha accusato la Nato di voler creare nuove divisioni. Il Cremlino non ha visto di buon occhio neppure le nuove esercitazioni dell’Alleanza Atlantica in Georgia e lo scorso giugno ha bollato come “l’ennesimo tassello di una nuova Guerra Fredda” l’ingresso del Montenegro nell'organizzazione.
Scandalo doping alle olimpiadi di Rio
Ad agosto il Cremlino viene accusato di aver orchestrato una vasta operazione di doping sugli atleti russi. Lo scandalo è costato l’esclusione della squadra russa di atletica leggera dalle Olimpiadi di Rio e dell’intero team russo dalle Paralimpiadi. Ieri il New York Times è tornato all’attacco di Mosca, citando alcuni funzionari russi che avrebbero confermato al quotidiano statunitense la complicità del Cremlino nel “doping di Stato”, che avrebbe coinvolto gli atleti russi sin dalle Olimpiadi invernali di Sochi. Il portavoce del Cremlino, Dmitrj Peskov ha accusato il New York Times di aver travisato ed estrapolato dal contesto le dichiarazioni del direttore dell’agenzia anti-doping russa, Rusada.
L’attacco ai server del partito democratico
La campagna per le presidenziali americane è stata caratterizzata dalle accuse alla Russia mosse dalla candidata democratica Hillary Clinton e dal presidente Barack Obama, per il presunto coinvolgimento del Paese negli attacchi hacker che hanno colpito il Comitato Elettorale Democratico e la campagna della Clinton. Per il presunto coinvolgimento della Russia nell’email leak che ha colpito la candidata democratica, Obama ha annunciato una serie di sanzioni nei confronti di singoli individui e contro i servizi di sicurezza, Fsb. Oggi, sempre in relazione alle presunte ingerenze nella campagna elettorale americana, Obama ha annunciato l’espulsione dagli Stati Uniti di 35 diplomatici russi.
L’Artico
La nuova Guerra Fredda tra Russia e Stati Uniti non si ferma, infine, al cyber spazio, ma continua anche nell’Artico, dove Barack Obama, di
fronte all’attivismo russo, ha annunciato il rafforzamento della flotta americana di rompighiaccio. La posta in gioco sono le risorse energetiche che, con lo scioglimento dei ghiacci, saranno sempre più facili da estrarre.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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