Si chiama Vladimir Varimez, ha 27 anni e si è dichiarato “non colpevole”, il primo dei marinai ucraini catturati dalla guardia costiera russa a finire dietro le sbarre in Crimea per aver "attraversato illegalmente i confini russi".
Poi è stata la volta di Vladimir Bespaltchenko, Andrey Oprysko, e del comandante della motovedetta Berdiansk, Roman Mokryuk. In tutto sono 12 i militari di Kiev giudicati oggi, come annunciato nelle scorse ore, dalla corte di Sinferopoli. Domani sarà il turno degli altri soldati coinvolti nello scontro di domenica tra le navi russe e quelle ucraine nello stretto di Kerch. L’accusa a loro carico, secondo quanto riferisce la Tass, è quella disciplinata dall'articolo 322 del codice penale russo: “Attraversamento illegale del confine da parte di gruppi di individui o gruppi organizzati con l’uso o la minaccia della forza”. Per questo, rimarranno in carcere almeno due mesi, in attesa del processo. "Per ora tre persone sono state poste in detenzione provvisoria sino al 25 gennaio", aveva confermato nel pomeriggio la commissaria per i diritti umani della Crimea, Lyudmila Lubina, mentre altri tre marinai rimasti feriti nella battaglia navale al largo delle coste crimeane si trovano in cura in uno degli ospedali della penisola.
Intanto è scontro anche sulla confessione resa agli ufficiali dell'intelligence russa da alcuni marinai ucraini che si trovavano a bordo delle navi sequestrate dalle forze armate di Mosca. Ripresi dalle telecamere i militari di Kiev ammettono di aver deliberatamente sconfinato. Sarebbe stata “una provocazione”, confessa Volodymyr Lisovyi, il comandante di una delle navi ucraine. "Siamo stati avvisati dagli ufficiali di frontiera della Federazione Russa del fatto che stavamo violando la legge, ci hanno chiesto ripetutamente di lasciare le loro acque territoriali”, ha dichiarato anche un altro ufficiale, Andriy Drach. Le richieste di Mosca, insomma, sarebbero state ignorate "deliberatamente” secondo le dichiarazioni dei militari ucraini che partecipavano, come confermato dal capo dei servizi segreti ucraini, Sbu, Vasyl Hrytsak, ad una "missione di contro spionaggio di routine" al largo delle coste della Crimea. Da Kiev però attaccano. "Conosco i marinai del Nikopol, sono sempre stati onesti e professionali e quello che hanno detto non è vero", ha assicurato il capo di Stato Maggiore della Marina ucraina, Igor Voronchenko, commentando il video diffuso dai media russi.
Di certo, la formalizzazione delle accuse nei confronti dei militari ucraini coinvolti nello scontro, assieme alla decisione del governo di Kiev di introdurre la legge marziale in alcune regioni, non contribuisce a smorzare i toni ed infiamma ulteriormente lo scontro tra i due Paesi. "Chiediamo alla Russia di liberare i marinai ucraini e le navi sequestrate, senza indugio", si legge in una dichiarazione del Consiglio Nord Atlantico divulgata in serata, che invita Mosca alla "alla calma e al controllo". "I membri della Nato invitano la Russia a garantire un accesso senza ostacoli ai porti ucraini e consentire la libertà di navigazione", continua il comunicato dei membri dell'Alleanza secondo i quali "non c'è alcuna giustificazione per l'uso della forza militare da parte della Russia contro navi e personale navali ucraini".
Dopo il fallimento del tentativo di mediazione promosso da Berlino e Parigi, in serata la cancelliera tedesca Angela Merkel, durante una riunione del gruppo parlamentare della Cdu-Csu, ha chiesto che sia l'Osce a cercare una conciliazione tra le parti.
E intanto l'Ue, sulla scia delle tensioni di questi giorni, valuta di imporre nuove sanzioni alla Russia. La questione, ha annunciato il ministro degli Esteri austriaco, Karin Kneissl, potrebbe essere discussa a dicembre, durante il prossimo vertice dei capi della diplomazia dei Paesi membri.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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