Dal terremoto in Emilia a quello del Cile: "Qui due volte più forte ma tutto tranquillo. In Italia..."

Domenico Petrone, oggi a Santiago: "Con un terremoto simile l'Italia si sarebbe staccata dall'Europa e sarebbe affondata nel Mediterraneo"

Dal terremoto in Emilia a quello del Cile: "Qui due volte più forte ma tutto tranquillo. In Italia..."

"Tremava tutto. La casa si è inclinata di non so quanti gradi. Ma ad essere uscito scombussolato sono stato più io che gli edifici: qui in Cile c'è molta speculazione edilizia, ma quello che costruiscono lo fanno egregiamente". Lo sa bene Domenico Gerardo Petrone, studente di Ingegneria Edile/Architettura all'Università di Bologna. In questi giorni è a Santiago per sviluppare la sua tesi di laurea sulla riqualificazione patrimoniale, sismica e energetica di tutto il tessuto urbano e edilizio. "Dal Cile - dice a ilGiornale.it - stiamo cercando di trarre l'esperienza sul campo delle costruzioni antisismiche d'eccellenza. E mi sono trovato nel bel mezzo di un terremoto incredibile". Fortuna e paura allo stesso tempo. Per Domenico è il secondo forte terremoto. Il primo quello in Emilia, che ha vissuto sulla sua pelle tra le mura della sua casa di Cento (Ferrara)

Sei andato per studiare come le loro costruzioni resistono al sisma e l'hai provato in diretta.
"Esatto, cerco di carpirne i segreti e nel frattempo porto l'esperienza italiana nel campo della tutela del patrimonio artistico e archietettonico".

Cosa è successo a Santiago?
"È già da una settimana che si sentono sciami sismici. Sei giorni di piccole scosse. Oggi, invece, è stato fortissimo. Ero a casa e verso le otto di sera si è cominciato a muovere tutto. Un delirio totale. Un'esperienza terrificante: io abito al decimo piano e la casa si è inclinata di diversi gradi. Non so nemmeno spiegarlo con lucidità. Adesso tutti i miei coinquilini stanno dormendo tranquilli, mentre io sono sveglio nel pieno della notte. Non sono riuscito a chiudere occhio. Non avevo mai sentito tremare la terra così forte".

Eppure nel 2012, quando l'Emilia è stata messa in ginocchio da un terremoto di magnituto 5,8, eri tra quelle macerie.
"Ciò che abbiamo subito in Emilia, paragonato a questo, non può essere definito un terremoto. Non vorrei essere frainteso, ma il vero problema in Italia non è stata tanto la scossa, quanto l'incapacità degli edifici di resistere. Qui ballava tutto: subito dopo la prima scossa ne ho sentita una poco più lieve mentre ero in strada. Niente in confronto a quello di Cento: più intenso e più lungo. Sono stati tre minuti terribili. Eppure a Mirandola e Sant'Agostino è venuto giù tutto. A Santiago (che dista solo 80km da uno degli epicentri del sisma), invece, anche le costruzioni più antiche e con bassa resistenza alla sismicità non hanno subito danni".

Quale è la differenza tra Cento e Santiago?
"Semplice: qui la città è preparata".

Dove hai avuto più paura?
"Quando ti trovi in un sisma hai sempre paura. All'inizio ho provato lo stesso timore. Però ora lo sto vivendo con la tranquillità di sapere che qui le case rimangono in piedi. Mi sento più tranquillo. Ecco."

Come stanno vivendo i cileni lo sciame sismico?
"In completa tranqullità. Gli edifici di Santiago hanno resistito tranquillamente, così come era avvenuto nel 2010 quando il terremoto fu di magnitudo 9,5. Io, invece, sono sceso giù dalle scale e mi sono messo a correre in strada. I miei amici cileni mi hanno invitato a stare tranquillo per non creare allarmismi. In effetti, non erano molti quelli 'spaventati' dalla scossa". Mi hanno detto: 'Stai tranquillo che qui è una cosa normale'."

Una scossa il doppio più forte di quella in Emilia sembra per ora aver causato meno della metà dei danni. In Italia più di 20 morti, qui solo 4 e pochi edifici crollati. Come mai?
"Al momento l'unico morto a Santiago è stato un signore colpito da un infarto. I cileni sono abituati e, vista la loro storica esposizione ai terremoti, hanno sviluppato un sistema costruttivo incredibile. Su questo campo - differentemente da molti altri settori - sono unici al mondo. Sono i numeri 1".

Cosa dovrebbe fare invece l'Italia?
"Dovrebbe imparare dall'estero quello che ancora non sa fare bene. Per esempio, i sistemi antisismici.

E' questa la chiave di volta di un Paese che vuole essere all'avanguardia. Diciamocelo chiaramente: con un terremoto simile l'Italia, per come è preparata sismicamente, si sarebbe staccata dall'Europa e sarebbe affondata nel Mediterraneo".

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