Dalla Tunisia a Lampedusa, attraversando il Mediterraneo Centrale illegalmente. E poi da lì verso Nord, valicando il confine italofrancese, fino a Nizza. Brahim Aouissaoui, il sanguinario islamista che questa mattina ha brandito il coltello, ha sgozzato due persone e ne ha ammazzata una terza all'interno della cattedrale, sarebbe un immigrato tunisino arrivato di recente in Francia dopo essere sbarcato al porto di Lampedusa. Il primo a rivelare l'inquietante particolare è stato il deputato francese dei Republicains, Eric Ciotti, dopo aver partecipato all'unità di crisi con il presidente Emmanuel Macron. "Durante l'incontro - ha spiegato - ho appena chiesto a Macron di sospendere tutti i flussi migratori e tutte le procedure di asilo, soprattutto al confine italiano".
"Mentre veniva medicato dopo essere stato ferito dalla polizia - ha riferito il sindaco di Nizza Christian Estrosi - continuava a gridare senza interruzione Allah Akbar". Che sull'attacco alla cattedrale di Nizza ci fosse il marchio del terrorismo islamico è apparso chiaro agli inquirenti sin dall'inizio, nonostante la fatica iniziale a ricostruirne l'identità. Le sue impronte digitali non era, infatti, state ancora inserite dalla polizia francese nelle liste dei potenziali sospetti. Questo perché, come rivelato dal deputato Ciotti, il tunisino era arrivato in Francia da pochi giorni, dopo essere sbarcato al porto di Lampedusa ai primi di ottobre. L'indiscrezione rivelata da Ciotti, che ora chiede all'Eliseo la sospensione "tutte le procedure di asilo e l'emissione di visti dai paesi a rischio", ha trovato riscontro nei servizi di intelligence che in queste ore si sono messi al lavoro per ripercorrere al contrario i passi che hanno portato il 21enne Aouissaoui in Italia e poi in Francia. Un documento della Croce Rossa Italiana ritrovato nelle sue tasche li ha subito messi sulla giusta strada per fare questo lavoro.
L’assaillant de l’attentat de Nice est un tunisien arrivé il y a très peu de temps par Lampedusa.
— Eric Ciotti (@ECiotti) October 29, 2020
Avec la crise sanitaire et sécuritaire, plus aucune entrée ne doit être tolérée !
Suspendons toutes les procédures d’asile et la délivrance de visa depuis les pays à risque !
Non è la prima volta l'Italia risulta il crocevia di un'immigrazione clandestina che porta nei Paesi dei Vecchio Continente la jihad. Era sbarcato a Lampedusa, per esempio, anche Anis Amri, il terrorista tunisino che il 19 dicembre 2016, a Berlino, si era lanciato con un tir contro un mercatino di Natale e aveva ucciso dodici persone. Fuggito dalla Germania aveva poi ripiegato nuovamente in Italia, dove era stato freddato in un conflitto a fuoco con due poliziotti alle porte di Milano. Anche Aouissaoui aveva trovato una via facile per entrare in Italia: il porto di Lampedusa. Lì è sbarcato il 29 settembre. Qualche settimana dopo (è il 9 ottobre, dopo essere stato messo in quarantena sulla nave "Rapsody", è stato portato a Bari dove è stato schedato dalle forze dell'ordine italiane per "illecito ingresso in territorio nazionale". Quindi è stato lasciato in libertà "insieme ad altri 800 immigrati" irregolari. "A chi non è stato messo nei centri per l'identificazione - hanno spiegato fonti investigative al Giornale.it - gli abbiamo consegnato l'allontanamento del questore con ordine di lasciare il territorio entro sette giorni". Invece Brahim si è spostato in Francia per uscire nuovamente dall'oscurità solo qualche ora fa brandendo un coltello e colpendo all'impazzata contro chiunque gli capitasse a tiro all'interno della cattedrale di Nizza.
Se in Francia la notizia ha riportato all'ordine del giorno l'opportunità di chiudere i confini con l'Italia, nel nostro Paese è riesplosa la polemica politica contro il governo e in particolar modo contro il ministro dell'Interno Luciana Lamorgese. Contro quest'ultima si è subito scagliato Matteo Salvini chiedendone immediatamente le dimissioni. Giorgia Meloni ha, invece, preteso dal premier Giuseppe Conte di riferire su quanto accaduto.
"Perché non sono stati fatti adeguati controlli? Il terrorismo non si combatte con l'accoglienza indiscriminata", ha denunciato la presidente dei senatori di Forza Italia Anna Maria Bernini. "Falle di questo tipo non sono accettabili - ha poi commentato Mariastella Gelmini - e rappresentano un pericolo concreto per i cittadini italiani ed europei".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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