In vista della riunione dell'Eurogruppo in programma a Praga il ministro delle Finanze tedesco, Christian Lindner, mette le mani avanti e identifica nella normalizzazione delle regole europee il suo obiettivo. Lindner chiude infatt fin da subito la porta a un eventualmente cambio radicale delle regole del Patto di stabilità. In un'intervista a Politico il successore del cancelliere Olaf Scholz al principale dicastero economico tedesco e leader del Partito Liberale (Fdp), da sempre sostenitore del rigore, chiede per gli anni a venire all'Europa un ritorno alle rigide regole del debito (3% nel rapporto deficit-Pil e 60% debito-Pil) ammettendo come unica concessione quella di fornie tempistiche realistiche per il percorso di riduzione.
Lindner boccia anche l'ipotesi di escludere dai parametri gli investimenti per la transizione green. "La Germania non ha avuto una buona esperienza nell'esenzione degli investimenti dai prestiti tramite una golden rule. Questo perchè i politici sono molto bravi a ridefinire tutto il possibile come investimento quando in realtà è la spesa che sta dietro", ha spiegato. Per Lindner gli investimenti necessari per la transizione verde dovranno provenire anche dal settore privato e a livello comunitario un obiettivo dovrebbe quindi essere quello di creare le migliori condizioni quadro possibili per gli investimenti nei settori.
Torna l'incubo dell'iinflazione sulla Germania e i rigoristi tornano i falchi di ieri, chiudendo al biennio realista seguito allo scoppio della pandemia di Covid-19, al cui inizio proprio Scholz e l'allora cancelliera Angela Merkel furono decisivi nel superare la logica del rigore e aprire a più flessibilità su debito, spesa, rilancio dell'economia. Fino a dare la loro bollinatura a Next Generation Eu e al debito comune europeo. Lindner ha detto di essere abbastanza realista da vedere che "ci sono alcune esigenze di investimento", nonostante le finanze pubbliche sotto stress dei maggiori Paesi europei. Ma d'altra parte, ha detto, una riduzione dei livelli di debito "è necessaria a lungo termine in vista del contrasto all'inflazione, dell'aumento dei tassi di interesse e del cambiamento demografico" che, puntando verso il basso, renderà più alta la quota di debito pro capite nei maggiori Paesi del Vecchio Continente, a partire da Germania e Italia.
Lindner prende una posizione molto chiara che - va capito - bisogna vedere in che misura coinciderà completamente con quella del cancelliere e del governo tedesco, sottolineando che "per quanto riguarda il Patto di stabilità e crescita, il mio obiettivo è quello di combinare un percorso affidabile per ridurre il rapporto debito-Pil con una prospettiva realistica sul livello di debito di molti paesi dopo il coronavirus" e aggiungendo dunque un richiamo a quelle che potrebbero essere le rimostranze dei partner di coalizione dei Liberali, i Verdi e la Spd del cancelliere, dopo le sue parole.
Nei primi giorni di governo Lindner, entrato al Ministero delle Finanze su richiesta esplicita del Fdp, ha in virtù del patto di coalizione che ha promosso la nascita del governo di Olaf Scholz approvato l’idea che la Germania potrà sulla scia della risposta alla pandemia di Covid-19 continuare a smarcarsi e smarcare l'Europa dalle rigide prescrizioni del paradigma austeritario e aperto addirittura a una maggiore flessibilità e a una revisione dei Trattati europei sulla scia di quanto dichiarato da Mario Draghi e Emmanuel Macron. Lindner ha riflesso la posizione del suo partito, che essendo fortemente attento alle esigenze dell'industria tedesca esportatrice ne ha interiorizzato le preoccupazioni.
Oggi invece cambia tutto: Lindner torna a prendere posizione sul rigore e vuole il ritorno al Patto di Stabilità e, dunque, alla censura di bilancio. Tutto questo mentre la Banca centrale europea prepara la seconda svolta sui tassi col sostegno del membro tedesco nel Comitato direttivo, Isabel Schnabel. Un riallineamento tedesco a favore del rigore sta prendendo piede e questo può rallentare la ripresa dell'Europa in virtù del timore tedesco sull'inflazione.
Va capito se i falchi come Lindner si muovono in virtù della fragilità strutturale del governo Scholz e hanno in tal senso mano libera o se in prospettiva il cancelliere potrà trovare posizioni più accomodanti nel prossimo futuro. Una Germania che naviga a vista, in questo contesto, è tuttavia un problema per la stabilità europea e la tenuta delle politiche di ripresa dell'Unione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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