Un tribunale svedese ha assolto un uomo accusato di incitamento all'odio razziale per aver sventolato una bandiera dell'Isis in quanto "non è espressione di odio razziale". Il ragazzo, di 23 anni, ha postato una foto su Facebook in cui tiene in mano una bandiera dello Stato Islamico e ha deciso di utilizzarla come immagine del profilo a partire dal mese di dicembre 2015, ma, dopo una segnalazione alla polizia nel marzo seguente, la foto è stata rimossa.
L'uomo, musulmano e di origine siriana, è stato accusato del crimine di incitamento all'odio razziale, ma il procuratore Gisela Sjovalls ha comunicato di aver preso la decisione di lasciar cadere le accuse "dopo un attento esame", riferisce Hallandsposten.
Sjovalls ha affermato che lo sventolio della bandiera dell'Isis non può essere considerato odio perché non è espressione di mancanza di rispetto nei confronti di un gruppo etnico o di minoranza come ad esempio la svastica che invece potrebbe essere considerato un simbolo di odio razziale.
"Per incitamento all'odio razziale si intende la diffusione dei comunicati che minacciano o denigrano un gruppo di persone con allusione alla razza, colore, origine nazionale o etnica, credo religioso o orientamento sessuale", ha detto.
L'avvocato difensore
dell'uomo, Bjorn Nilsson, ha insistito che il suo cliente non è un sostenitore di Isis e ha sostenuto che quella bandiera è stato un simbolo dell'Islam per centinaia di anni prima della nascita del califfato.
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