"Un tragico atto di discriminazione verso i propri cittadini". Così ha parlato oggi il premier canadese Justin Trudeau rivolgendosi alla comunità Lgbt del Paese. Con le lacrime agli occhi, Trudeau si è scusato pubblicamente per gli anni di caccia alle streghe che hanno colpito poliziotti, militari e funzionari pubblici.
Per decenni il governo canadese ha infatti discriminato i dipendenti statali riconducibili alla comunità Lgbt. Nel periodo che va dagli anni '40 ai '90, chi tra loro era sospettato di essere gay o transgender veniva controllato e interrogato dal governo. Come riporta il Guardian, "migliaia di dipendenti statali e militari sono stati licenziati o costretti a lasciare il loro lavoro". Si parla in totale di almeno 9mila persone perseguitate.
Proprio oggi si è giunti al termine di una causa collettiva riguardante 3mila vittime, le quali riceveranno un indennizzo fino a 66 milioni di euro per le discriminazioni subite. "È con vergogna, tristezza e profondo rammarico per le cose che abbiamo fatto - ha affermato Trudeau - che oggi sono qui e dico: abbiamo sbagliato, ci scusiamo, mi dispiace, ci dispiace". "Un'epurazione che è durata decenni e resterà per sempre un tragico atto di discriminazione da parte del governo verso i propri cittadini che hanno perso la dignità, le carriere o hanno visto i loro sogni e le loro vite spezzate".
Ma il Canada sembra essersi lasciato alle spalle questo lungo capitolo buio e tra il 2003 e il 2005 ha legalizzato il matrimonio tra persone dello stesso sesso. È stato il quarto Paese al mondo a concedere questa possibilità ai propri cittadini.
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