Una stretta di centoventigiorni agli immigrati che vengono da quei Paesi a rischio terrorismo, "nuovi controlli in profondità" nella lotta al radicalismo islamico e, soprattutto, priorità ai rifugiati cristiani. Come già promesso in campagna elettorale, il neo presidente Donald Trump si dimostra a dare un giro di vite a quell'accoglienza indiscriminata imposta agli americani dall'ex presidente Barack Obama. Nell'ordine esecutivo in materia di immigrazione, che mira a impedire l'ingresso di terroristi islamici negli Stati Uniti, è stata così prevista la sospensione per tre mesi del programma di ammissione dei rifugiati, e l'ingresso, fino a ulteriore comunicazione, di quelli siriani.
Pochi giorni dopo il via libera al rafforzamento del muro con il Messico, Trump ha messo a segno una nuova misura per difendere il Paese dagli immigrati. Ieri ha, infatti, ha firmato un ordine esecutivo per "tenere i terroristi dell'islam radicale fuori dagli Stati Uniti". Si tratta dell'annunciato decreto sui "controlli accurati" per i rifugiati che arrivano da Paesi considerati a rischio. La firma è avvenuta al dipartimento della Difesa, dove si è svolta la cerimonia formale del giuramento del nuovo capo del Pentagono, James Mattis. "Non vogliamo terroristi nel nostro Paese - ha detto Trump - non dimenticheremo la lezione dell'11 settembre, non solo a parole ma anche con azioni". L'ordine esecutivo è stato denominato "Protezione della nazione dall'ingresso di terroristi stranieri negli Stati Uniti". Nell'ordine esecutivo il presidente americano ha dato disposizione affinché siano rafforzati i controlli nei confronti degli aspiranti immigrati e dei profughi. Questo allo scopo di "tenere gli elementi radicali fuori dagli Stati Uniti d'America". Per questo, ieri, ha anche firmato un ordine esecutivo per "ricostruire le forze armate" e aumentare il numero di "aerei, navi e risorse" per la difesa del Paese.
In particolare l'ordine esecutivo sospende per tre mesi l'ingresso negli Stati Uniti per i cittadini di sette Paesi musulmani: Siria, Libia, Iran, Iraq, Somalia, Sudan, Yemen. Trump ha, poi, incaricato il segretario di Stato, Rex Tillerson, durante i centoventigiorni giorni di sospensione, di rivedere il programma dei rifugiati, al fine di essere sicuri che le persone alle quali viene concesso lo status di rifugiato "non rappresentino una minaccia per la sicurezza e il benessere degli Stati Uniti". In questo quadro, come annunciato in una intervista al Christian Broadcasting Network, i cristiani avranno una trattamento privilegiato. "I cristiani sono stati trattati in modo orribile", ha osservato il presidente americano indicando quanto fosse difficile per un siriano cristiano entrare in Stati Uniti come rifugiato. "Se eri un musulmano potevi entrare ma se eri un cristiano no, era quasi impossibile - ha concluso Trump - venivano tagliate le teste a tutti e soprattutto ai cristiani. Per questo abbiamo deciso di aiutarli".
All'indomani della firma di trump, l'Onu ha chiesto agli Stati Uniti di mantenere la "lunga tradizione" di accoglienza e protezione nei confronti di coloro che fuggono dai conflitti, ma ha evitato di criticare apertamente la nuova politica di restrizione all'entrata di rifugiati e migranti nel Paese, varata dall'amministrazione americana.
"Speriamo - hanno detto in un comunicato congiunta l'Agenzia delle Nazioni unite per i rifugiati (Unhcr) e l'Organizzazione Mondiale delle Migrazioni (Oim) - che gli Stati Uniti continueranno nella loro chiara leadership e nella lunga tradizione di protezione per coloro che fuggono da conflitti e persecuzioni".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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