Trump, più cannoni e meno fiori

Il Bilancio del presidente: 53 miliardi pe le spese militari, tagli ad ambiente e cultura

Trump, più cannoni e meno fiori

New York - Più cannoni e meno arte, cultura, musei. Più miliardi ai militari e alla difesa e tagli drastici, verticali, all'ambiente, alle organizzazioni culturali, agli artisti che, come si sa, odiano a morte Trump e non perdono occasione di criticarlo in ogni momento. Ma c'é di più nella prima legge di bilancio che il presidente Trump ha presentato ieri al Congresso: la cancellazione totale dei fondi per le iniziative sul cambiamento climatico delle Nazioni Unite, un'istituzione equiparata dai repubblicani più conservatori alla pesta bubbonica. E non é un mistero che la maggioranza dei repubblicani vuole addirittura gli Stati Uniti fuori dalle Nazioni Unite. Trump l'aveva promesso più volte in campagna elettorale e finora è stato di parola come sul Muslim ban e il muro da costruire lungo il confine messicano. La legge di bilancio concede subito 2,6 miliardi di dollari per finanziare nuove tecnologie e infrastrutture per la sicurezza del confine meridionale e per la progettazione del «muro messicano» (un centinaio di architetti e ingegneri stanno già lavorando full time a quest'opera, lunga 1.900 chilometri). I media americani hanno subito riassunto la legge di bilancio con lo slogan «più cannoni e meno fiori».

Trump invece ha ribadito il suo «America First: make America great again», perché la legge prevede uno storico taglio a quasi tutti i programmi federali per concentrare gran parte delle risorse sulla Difesa. Trump, che nella sua amministrazione ha ben tre generali, ha chiesto un aumento delle spese militari del 10%, pari a 52,3 miliardi di dollari, una somma senza precedenti nella storia americana. Diversi commentatori politici hanno ironizzato sul bilancio riassumendolo così: «Più miliardi a militari e veterani bisognosi di cure e meno a intellettuali e giornalisti radical chic», cioè quelli che collaborano a contratto o lavorano a tempo pieno con la Corporation for Public Broadcasting, ossia l'Ente pubblico per la radio e televisione americana, che entra, gratuitamente, nelle case di 220 milioni di americani. La prestigiosa televisione Pbs e le radio della Npr, schierate da sempre con i democratici e con Hillary, hanno intrapreso da subito un'aggressiva campagna anti Trump sui tagli verticali del finanziamento pubblico che erano previsti, anche se la loro fortuna è rappresentata dal fatto di essere finanziate al 70% da donazioni, da filantropi miliardari e da numerosi telethon.

La morale è che l'Ente radiotelevisivo ora dovrà concentrarsi molto di più alla raccolta di fondi e donazioni per continuare la campagna anti Trump. É noto come il presidente-tycoon sia in guerra contro i «media corrotti», ma anche contro artisti, musei, organizzazioni culturali di livello nazionale e attori e registi di Hollywood. La sua legge di bilancio propone l'abolizione del National Endowment for the Arts and Humanities, ossia il sovvenzionamento federale per le arti e la ricerca. Per fortuna che le università e gli ospedali americani portano avanti studi e ricerche biomediche con donazioni e fondi privati; ad esempio il Columbia-Presbyterian Hospital di New York raccoglie ogni anno circa 110 milioni di dollari di donazioni. Il taglio più drastico di Trump è contro l'Epa, il ministero dell'ecologia che la stragrande maggioranza dei repubblicani vorrebbe abolire subito.

L'Epa si è visto tagliare i fondi federali del 31%, che scenderanno da 8,2 miliardi di dollari a 5,7 miliardi. Sono stati confermati invece i 3,1 miliardi di dollari in aiuti militari a Israele. Sia che con i democratici che con i repubblicani gli aiuti allo Stato di Israele sono una priorità.

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