Dodici, su cinquantanove. È questo il numero dei parlamentari del Hdp, il Partito democratico dei popoli, attualmente in arresto in Turchia, a cui si aggiunge il nome di Alican Onlu, eletto per la zona di Dersim, che è stato fermato all'aeroporto di Ankara.
Il volo del parlamentare era decollato ieri, diretto a Elazig, provincia dell'Anatolia orientale, ma secondo quanto raccontano le prime fonti di stampa è stato fatto tornare indietro e atterrare di nuovo all'Esenboga, dove Onlu è stato preso in custodia. Il rilascio soltanto questa mattina.
Il suo è solo ultimo di una lunga serie di episodi che hanno avuto al centro uomini del partito che si concentra sulla questione curda, accusati dalle autorità di Ankara di essere troppo ambigui sui loro legami con il Pkk. Onlu è accusato di aver preso parte al funerale di un militante del Pkk ucciso in un'operazione di sicurezza.
Due parlamentari sono state arrestate due giorni fa: il vice-capogruppo Caglar Demirel e la collega Besime Konca, fermata, poi rilasciata, infine nuovamente arrestata. In una cella si trovano già da tempo altri dieci politici del partito di minoranza, inclusi i leader Selahattin Demirtas e Figen Yuksekdag, arrestati lo scorso 4 novembre.
Sono centinaia i membri del Hdp o del Partito delle regioni (Dbp) arrestati negli ultimi giorni, in quella che per il tempismo è sembrata una risposta al duplice attentato ad Istanbul, dove 44 persone sono morte in azioni rivendicate dal Tak, fazione scissionista del Pkk curdo.
Lunedì le sedi di Istanbul e di altre città sono state prese d'assalto dalla polizia. "Siamo venuti e voi non c'eravate", la scritta tracciata a vernice nera su una parete dell'ufficio del Hdp a Tarlabashi. E un avvertimento: "Ritorneremo".
Il Hdp ha nominato oggi i suoi due nuovi leader, la deputata Filiz Kerestecioglu e il collega Ahmet Yildirim, che occuperanno il loro posto fino a che Demirtas e Yuksekdag saranno in carcere.
Sono soltanto dieci, a oggi, i parlamentari del partito a non essere stati arrestati, a non essere ricercati o sotto indagine. La purga che ha fatto seguito al fallito colpo di Stato del 15 luglio non ha risparmiato nemmeno i sindaci legati al partito e al Bdp. Decine le municipalità gestite ora da commissari nominati dal governo.
Seguaci dell'imam Gulen, politici curdi, scrittori riempiono ora le carceri di una Turchia che è diventata il primo Paese al mondo per numero di giornalisti dietro le sbarre.
Decine le testate chiuse da luglio e le operazioni contro i quotidiani, a partire dal Cumhuriyet, storica voce della Turchia laica, al cui ex direttore, ora in Germania, è stato anche rifiutato il rinnovo della tessera stampa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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