In arresto in Turchia i parlamentari del partito filo-curdo Hdp

Manette ai vertici del Hdp. Autobomba esplode a Diyarbakir: almeno otto morti

In arresto in Turchia i parlamentari del partito filo-curdo Hdp

Sono due notizie di segno molto simile quelle che arrivano questa mattina dalla Turchia, dove i vertici del partito filo-curdo Hdp, forte di più di 50 parlamentari eletti, sono stati arrestati dalle forze di sicurezza, mentre una forte esplosione colpiva Diyarbakir, la principale città a maggioranza curda del Paese.

Mentre i due leader della formazione politica, Figen Yuksekdag e Selahattin Demirtas, venivano portati via insieme ad altri parlamentari, un altro posto di polizia finiva nel mirino del terrorismo, di quale matrice ancora non è chiaro, anche se gli indizi e la natura politica dell’obiettivo fanno pensare a un coinvolgimento del Pkk, braccio armato dell’autonomismo curdo in Turchia.

Su quanto è avvenuto a Diyarbakir, dove secondo il ministro ci sono 8 morti e 100 feriti tra civili e polizia, le autorità hanno già imposto il silenzio stampa e nella notte sono stati segnalati grossi problemi a tutti i principali social network - da Facebook a Instagram - e difficoltà per le applicazioni di messaggistica. In mancanza di una certezza ufficiale, il sospetto che la ragione fosse l’operazione in atto contro il Hdp è più di una ipotesi.

Ancora a Diyarbakir, i due co-sindaci del Hdp sono stati arrestati nell'ambito di una indagine sul "terrorismo" e l'amministrazione cittadina è stata posta sotto il controllo di un commissario, come già avvenuto in altri ventiquattro comuni guidati dai "partiti curdi".

Arrestati i vertici del partito

"Ho la polizia alla porta", ha fatto in tempo a scrivere su twitter Demirtas, prima di essere portato via, per la convalida dell'arresto in tribunale. Due dei membri del Hdp fermati questa mttina, Ziya Pir e İmam Tascier, sono poi stati rilasciati, con l'obbligo di non lasciare il Paese. Così anche Sirri Sureyya Onder.

Arresto confermato per il vice-capogruppo Idris Balukem, per le parlamentari Leyla Birlik, Nursel Aydogan, Gulser Yildirim e Selma Irmak. Ma anche per i due leader del partito: Figen Yuksekdag e Selahattin Demirtas. In stato di fermo anche Sebahat Tuncel, co-leader del partito curdo Bdp e gà parlamentare per il Hdp.

Fermata Sebahat Tuncel, co-presidente del Bdp curdo

Contro l'Hdp, arrivato in parlamento con più del 10% delle preferenze e che si concentra sulla questione curda, l'accusa - che il partito rigetta - è di essere troppo vicini al Pkk, che in Turchia e dalla comunità internazionale è considerato sigla del terrorismo. Gli arresti di oggi, ufficialmente, sono stati eseguiti per non avere rispettato un ordine di comparizione.

Già a giugno, prima del fallito colpo di Stato in Turchia, ai parlamentari del movimento era stata tolta l'immunità parlamentare, con il voto a favore del partito di Erdogan e degli ultra-nazionalisti, su molte questioni allineati con il governo, ma pure di parte dei repubblicani. La forza d'opposizione - che ora condanna gli arresti, parlando di "metodi mafiosi" - si è spaccata al momento del voto.

L'arresto dei vertici è solo l'ultima mossa in una purga che ha colpito negli ultimi mesi i membri dell'organizzazione di Fethullah Gulen, ritenuta responsabile per il tentativo di rovesciare le istituzioni, e persone ritenute vicine al Pkk, ma si è allargata poi anche al di fuori di questo ambito.

Nei giorni scorsi un'operazione contro il Cumhuriyet, principale quotidiano di opposizione in Turchia.

Il direttore e una dozzina di giornalisti sono stati fermati, utimi in una lunga serie di operazioni di polizia che hanno chiuso in pochi mesi decine di testate. Solo oggi, dopo quattro giorni, hanno potuto incontrare i loro avvocati.

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