La Turchia piange i suoi morti e dà la caccia ai killer: 50 arresti

La Turchia piange le sue vittime dopo la strage di Ankara, costata la vita a 97 persone. Indagini a tappeto per scovare i responsabili. Intanto il Pkk conferma l'intenzione di mantenere il "cessate il fuoco"

La Turchia piange i suoi morti e dà la caccia ai killer: 50 arresti

In Turchia sono scattati cinquanta arresti dopo il gravissimo attentato di Ankara, che ha causato 97 morti: si tratta di persone sospettate di far parte dell'Isis. Secondo il premier Ahmet Davutoglu ci sarebbe proprio l'Isis dietro all'attacco. In un’intervista rilasciata all’emittente Ntv il capo del governo si dice convinto che l'attentato sia un tentativo di influenzare lo svolgimento delle prossime elezioni, che si terranno il primo novembre. In precedenza l’ufficio del premier aveva parlato di due attentatori suicidi, di sesso maschile, in azione sabato nella zona della stazione ferroviaria di Ankara. Da qui sarebbe dovuta partire una marcia pacifista per chiedere la fine degli scontri tra l’esercito turco e il Pkk nel sudest del Paese.

"Fermiamo la vita": con questo slogan oggi e domani centinaia di migliaia di turchi si asterranno dalle loro attività quotidiane in solidarietà con le famiglie delle vittime della strage. A proclamare due giorni di sciopero erano state inizialmente alcune sigle di categoria, tra cui la più grande associazione dei medici turchi (Ttb), che rappresenta l’80% dei dottori, quella di ingegneri e architetti (Tmmob) e i sindacati del settore pubblico e privato Kesk e Disk. Ieri si è aggiunta la mobilitazione di cittadini comuni, che attraverso l’hashtag #HayatiDurduruyoruz, appunto "fermiamo la vita", hanno deciso di annullare diversi corsi universitari e appuntamenti di lavoro. L’invito, rivolto a tutti, è ad esporre drappi neri in case, luoghi di lavoro e auto in segno di lutto. Oltre ai funerali di alcune delle vittime sono previste manifestazioni in tutta la Turchia per ricordare la strage. Il governo aveva proclamato tre giorni di lutto nazionale che si concluderanno domani.

Intanto il Pkk curdo fa sapere che manterrà l’impegno assunto sabato per un cessate il fuoco in Turchia fino alle elezioni anticipate del primo novembre, anche per onorare le vittime della

strage di Ankara. Lo ha detto uno dei leader della guerriglia, Murat Karayilan, citato dall’agenzia filo-curda Firat. Il Pkk conferma che non compirà attentati ma risponderà solo a eventuali attacchi dell’esercito turco.

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