Ribalta quanto deciso a maggio 2015 la sentenza a cui si è giunti oggi in Egitto, con cui la Corte di Cassazione ha annullato la pena di morte comminata all'ex presidente della Repubblica Mohammed Morsi, islamista democraticamente eletto, deposto dal golpe guidato dai generali nel 2013.
Lo scorso anno la corte aveva condannato Morsi, ritenendolo colpevole per avere preso parte a un'evasione di massa dalle carceri avvenuta durante il periodo della rivoluzione del 2011, che ha aveva rimesso in libertà i vertici della Fratellanza musulmana, gruppo islamista di cui il partito dell'ex presidente era espressione.
Secondo l'accusa alla liberazione di Morsi e di altri leader dal carcere di Wadi el-Natroun avrebbero lavorato militanti di Hezbollah e di Hamas, con cui i Fratelli hanno dalla loro fondazione un legame molto stretto.
Il muftì d'Egitto, autorità religiosa che ha voce in capitolo su tutti i casi in cui sia in discussione la pena capitale, aveva poi dato a giugno il suo parere positivo sull'esecuzione di Morsi.
La Corte che ha rovesciato la sentenza precedente ha seguito le indicazioni della procura, che raccomandavano di commutare la pena in un ergastolo, per permettere lo svolgimento di un nuovo processo a suo carico.
Arrivato al potere nel 2012, Morsi era stato deposto dopo una serie di proteste popolari che avevano fatto seguito alla decisione di promuovere una serie di decreti che ponevano di fatto
la presidenza al di fuori del controllo da parte dell'autorità giudiziaria.Del colpo di mano aveva approfittato l'esercito, concentrando il potere nelle mani del generale Abdelfattah Al Sisi, che ad oggi guida il Paese.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.