Ucraina, ancora forti tensioni. Putin abbassa i toni

Kiev punta il dito: i ribelli filorussi impediscono il ritiro delle armi pesanti. E sul gas: da Mosca forniture inferiori a quanto pagato

Ucraina, ancora forti tensioni. Putin abbassa i toni

Prosegue la guerra di nervi tra Ucraina e Russia. Sul fronte militare, ma non solo. La società energetica statale ucraina Naftogaz accusa il gigante russo del gas Gazprom di aver fornito all’Ucraina solo 47 dei 114 milioni di metri cubi di metano che Kiev ha pagato in anticipo giovedì scorso. La settimana scorsa il premier russo Dmitri Medvedev ha incaricato il ministero dell’energia e Gazprom di preparare forniture per le regioni separatiste del sud-est ucraino dopo che Kiev ha staccato la spina. Intanto si litiga anche sul ritiro delle armi: le forze armate ucraine sostengono di non poter ancora iniziare il ritiro delle armi pesanti dal fronte perché i ribelli continuano a bombardare le loro postazioni. Secondo il portavoce delle truppe di Kiev, Anatoli Stelmakh, i separatisti avrebbero aperto il fuoco contro le postazioni ucraine 12 volte durante la notte. L’obiettivo di creare in 14 giorni una zona cuscinetto larga da 50 a 140 km (a seconda della gittata) continua a essere messo in dubbio dal mancato rispetto della tregua in alcune aree del Donbass, fra recriminazioni reciproche.

Sul fronte politico Vladimir Putin sembra voler abbassare i toni. Una guerra tra l’Ucraina e la Russia è "improbabile", ha affermato il presidente russo in una intervista alla tv di stato. "Penso che un tale scenario apocalittico sia improbabile e spero che questo non accada mai", secondo il quale non è necessario un ulteriore incontro con il presidente francese Hollande, il cancelliere tedesco Merkel e il presidente ucraino Poroshenko, dopo quelli che hanno portato all’accordo di Minsk. Ma Putin non cede di un millimetro sulla Crimea. Poco prima Poroshenko aveva detto: "Lo Stato ucraino ristabilirà il proprio controllo sul territorio occupato. Ora non posso però dire che ciò accadrà in modo facile e rapido". E ha definito "un atto cinico destinato alla conquista violenta delle Crimea, parte inalienabile dello Stato ucraino. Lo Stato ucraino non riconoscerà, in nessun caso, i risultati di quell'atto senza valore, adottato contro le leggi internazionali e quelle nazionali.

Putin smentisce in modo categorico la voce, sollevata da Poroshenko, di un coinvolgimento di cecchini manovrati dalla Russia nella strage di Maidan di un anno fa. Il presidente ucraino aveva puntato il dito su Mosca dopo che un documentario della Bbc aveva rilanciato sospetti su alcuni insorti che avrebbero sparato sulla polizia dal Conservatorio (controllato in quei giorni dal movimento di protesta) la mattina del 20 febbraio, riaccendendo le violenze che avrebbero poi insanguinato la piazza cuore della protesta portando alla morte di decine di persone.

Il leader dell’autoproclamata repubblica popolare di Donetsk, Aleksander Zakharchenko, osserva che la richiesta di Poroshenko di inviare nell’Est un contingente di peacekeeping dimostra la sua totale resa. "Se il presidente di un Paese chiede a un altro Paese di fornirgli armi (il riferimento è agli Usa) e ad altri di inviare soldati, questo equivale all’ammissione dello stesso presidente che il suo esercito non è in grado di affrontare i suoi compiti e di fatto significa una resa", ha incalzato Zakharchenko, intervistato dal canale Rossiya 24. Secondo le due repubbliche separatiste ucraine di Donetsk e Lugansk, la richiesta di un contingente di pace formulata il 18 febbraio da Kiev all’Onu e all’Ue è una violazione degli accordi di Minsk, firmati il 12 febbraio e che prevedono come unico osservatore la missione di monitoraggio Osce. I filorussi hanno così chiesto a Germania e Francia di esercitare la loro influenza su Kiev.

La battaglia a colpi di informazione

Come risposta al potente fuoco mediatico della tv filo-Cremlino "Russia Today", la tv della banca nazionale ucraina Btb passerà al ministero delle Politiche informative di Kiev e sarà trasformata in Ukrainian Tomorrow, come ha reso noto il titolare

del dicastero, Iuri Stets. La nuova tv sarà finanziata dal governo ucraino e da imprenditori locali ma, come sottolinea il ministro, "il supporto finanziario sarà fornito dai nostri partner dall’Europa e dagli Stati Uniti.

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