Il ministro della Difesa britannico Gavin Williamson è stato di recente estromesso dal suo incarico per decisione del primo ministro Theresa May. Al suo posto è stata subito nominata Penny Mordaunt, parlamentare conservatrice.
Downing Street ha diramato ultimamente un comunicato in cui attesta che alla base del licenziamento del titolare del dicastero in questione vi sarebbe la “perdita di fiducia” da parte della premier nei confronti di Williamson. In particolare, la defenestrazione del ministro, precisa la nota, sarebbe stata determinata dalle “ambigue” relazioni da lui instaurate con l’azienda cinese Huawei.
Il comunicato fa così riferimento alle rivelazioni pubblicate nelle ultime settimane dai media britannici circa i legami tra Williamson e la società asiatica accusata dal governo Usa di spionaggio internazionale. Nei giorni scorsi, i network del Paese avevano infatti pubblicato i particolari di alcuni dossier riservati della Difesa, dai quali si desumeva la volontà del ministro in questione di affidare al colosso orientale la messa a punto della rete 5G nel Regno Unito.
Le reiterate accuse avanzate dagli organi di informazione a carico di Williamson in merito alla sua vicinanza a Huawei avevano finora allarmato sia l’establishment tory sia il dipartimento di Stato americano, con quest’ultimo che aveva ripetutamente esortato Londra a congelare ogni trattativa in corso con l’azienda cinese. La May, ipotizza la stampa britannica, avrebbe quindi ultimamente licenziato il responsabile della Difesa proprio su impulso di tali sollecitazioni d’Oltreoceano.
Per il momento, il politico estromesso non ha rilasciato commenti ufficiali sulle ragioni alla base della sua uscita di scena, limitandosi a ringraziare il primo ministro per avergli concesso il privilegio di fare parte delle istituzioni nazionali. I partiti di opposizione all’esecutivo tory, invece, hanno subito definito “gravissimo” lo scandalo in cui sarebbe coinvolto Williamson.
Ad esempio, i laburisti, tramite il loro vice-segretario Tom Watson, hanno biasimato l’ex ministro per avere incoraggiato l’ingresso di Huawei nelle infrastrutture digitali del Regno Unito e hanno poi ipotizzato che egli abbia persino spifferato dei segreti di Stato al gruppo asiatico indiziato di spionaggio.
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