Il Partito conservatore britannico è stato in questi giorni trascinato in giudizio per iniziativa delle associazioni musulmane del Regno Unito.
All’indomani della conclusione delle elezioni europee, la principale organizzazione degli islamici inglesi, il Muslim Council of Britain (Mcb), ente rappresentativo di oltre 500 moschee, ha avviato una causa giudiziaria contro i tory davanti all’autorità nazionale anti-discriminazioni: l’Equality and Human Rights Commission (Ehrc). L’Mcb ha motivato tale ricorso denunciando la “propaganda islamofoba” montata finora da esponenti di spicco del partito della premier Theresa May.
Ad avviso di Harun Khan, segretario generale dell’associazione maomettana, l’establishment tory avrebbe, negli ultimi mesi, attuato numerose iniziative “ostili verso le comunità musulmane del Regno Unito”. In primo luogo, diversi parlamentari della forza politica in questione avrebbero ripetutamente accusato gli imam nazionali di “scarso controllo sul rischio radicalizzazione nelle moschee” e, inoltre, avrebbero instaurato un’"atmosfera discriminatoria” nei riguardi dei militanti conservatori di credo maomettano.
Un ulteriore indice dell’“isteria anti-musulmani”, della formazione politica della May sarebbero, denuncia il ricorso presentato all’Ehrc, la recente mancata approvazione, da parte della maggioranza tory a Westminster, di un disegno di legge che introduceva il reato di islamofobia. Anche le blande sanzioni disciplinari irrogate dai vertici conservatori ai membri del partito responsabili di “eccessi verbali” all’indirizzo dei Britannici di fede coranica sarebbero emblematiche della scarsa sensibilità della formazione politica del primo ministro verso la comunità maomettana.
Lo stesso ricorso elenca quindi gli esponenti tory giudicati maggiormente rappresentativi di tale “deriva islamofoba” e, tra questi, un posto di rilievo è stato assegnato dall’Mcb a Boris Johnson. Secondo i promotori della causa giudiziaria, i commenti proferiti in passato dall’ex sindaco di Londra riguardo alle tradizioni musulmane sarebbero espressione di “pregiudizi razzistici”. Nel mirino dei vertici islamici del Regno Unito vi sono infatti alcune dichiarazioni rilasciate dal leader euroscettico alcuni mesi fa, aventi come oggetto il niqab e il burqa. I capi d’abbigliamento in questione erano stati appunto duramente condannati da Johnson, in quanto da lui considerati “incompatibili con i valori e la tradizione giuridica occidentali”.
Harun Khan, nel comunicare alla stampa la presentazione del ricorso contro il Partito conservatore, ha quindi precisato che l’iniziativa della sua organizzazione è finalizzata a fare emettere dall’Ehrc una “dura sanzione” ai danni della formazione politica della May. Il segretario generale dell’Mcb ha poi tuonato: “Abbiamo deciso di rivolgerci all’autorità anti-discriminazioni perché, finora, tutti i nostri appelli affinché i conservatori moderassero i toni riguardo alla fede coranica sono caduti nel vuoto. Tra le file dei tory, l’islamofobia ormai non è più semplicemente tollerata, bensì è apprezzata e incoraggiata.”
Per il momento, l’ufficio-stampa del partito incriminato ha reagito all’avvio della causa davanti all’Ehrc emettendo un comunicato che afferma: “I conservatori sono pronti a collaborare con qualsiasi istituzione preposta alla salvaguardia dei diritti individuali da ogni forma di discriminazione”.
Nessun commento sull’iniziativa dell’Mcb è invece filtrato dall’esecutivo May, mentre, al contrario, alcuni rappresentanti dell’ala nazionalista dei tory hanno rivolto parole di fuoco all’indirizzo dei promotori della causa giudiziaria. Ad esempio, il deputato Mark Francois ha bollato il ricorso avanzato dai vertici islamici come uno strumento inteso a “intimidire coloro che difendono la civiltà britannica e occidentale dall’assalto di un islam intenzionato a sostituire le proprie tradizioni a quelle che costituiscono la base dell’identità europea”.
Parallelamente alla causa relativa alla presunta islamofobia del Partito conservatore, l’Ehrc dovrà anche esaminare la denuncia di antisemitismo presentata da diverse organizzazioni ebraiche nei confronti del
Partito laburista. Il segretario del Labour, Jeremy Corbyn, è stato infatti accusato dai vertici israelitici del Regno Unito di avere imposto alla sua formazione politica una “preoccupante svolta antisionista”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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