I talebani si rimangiano l'ultima promessa: imposto il burqa alle donne

Continuano le restrizioni sulla pelle delle donne afghane. Con un decreto si è deciso che non è ammissibile che circolino per strada senza prima coprire tutto il loro corpo

I talebani si rimangiano l'ultima promessa: imposto il burqa alle donne

L'inganno del gruppo estremista erede del Mullah Omar è durato solo 9 mesi. La promessa di mantenere flessibile il controllo sulle "loro" donne si è frantumata a causa di un decreto che le vedrà prigioniere del loro stesso abito, con il ritorno del burqa.

Il 30 agosto 2021 con il ritiro degli Stati Uniti dall'Afghanistan e il ritorno al potere degli eredi del mullah Omar i riflettori mondiali su Kabul si sono via via spenti. Da quel momento per la gente del posto è crollato tutto. Il tempo si è fermato facendo vivere un violento flashback. Ogni cosa riferita all’intimità è stata censurata e le donne spodestate dai loro impieghi. Niente più giornaliste in un primo momento. Non era ammissibile che apparissero in televisione. In seguito la rettifica: sì alle donne in tv, ma con il velo islamico e con le regole imposte da chi il potere l’ha ripreso con violenza.

Oggi invece arriva la notizia di una nuova restrizione. Il leader supremo degli studenti coranici ha emanato un decreto con il quale si ordina alle donne di indossare il burqa in pubblico, riportando indietro le lancette della storia. Il burqa è un abito che censura interamente il corpo, dalla testa ai piedi, lasciando solo una fessura all'altezza degli occhi, talvolta velata, che permette alle donne di vedere ma che non permette all'esterno di riconoscere chi vi è è dietro quell'ammasso di tessuto.

Fin da subito la comunità internazionale aveva fatto pressioni sui talebani temendo dei passi in dietro sul fronte dei diritti delle donne, ma questi si erano giustificati sostendo come"le misure fossero finalizzate alla sicurezza delle donne", promettendo dunque una sfocata flessibilità. Oggi quelle paure sono diventate una triste realtà sulla pelle delle donne.

"Dovrebbero indossare un chador (il burqa dalla testa ai piedi) poiché è tradizionale e rispettoso", queste alcune delle parole del decreto emesso da Hibatullah Akhundzada, politico afghano e guida suprema dei talebani, reso pubblico dalle autorità durante un evento a Kabul. Si legge inoltre che: "Le donne che non sono né troppo giovani né troppo anziane dovrebbero velarsi il viso di fronte a un uomo che non è un membro della loro famiglia - e inoltre se non hanno un compito importante e imminente da fare all'esterno è - meglio che rimangano a casa".

L'ultima volta che un'imposizione del genere aveva "cancellato" la figura della donna, è stata tra il 1996 e il 2001, anni in cui i talebani dettavano legge nel Paese obbligando le donne a indossare l'abito costrittivo a seguito di altre varie repressioni in base alla loro radicale interpretazione della Sharia, la legge islamica.

Con la liberazione da parte degli americani avvenuta nel 2001, le donne afghane avevano ripreso quasi a respirare e stavano cominciando a ricoprire ruoli importanti anche nel mondo del lavoro, ma nell'agosto dello scorso anno l'incubo è ritornato.

I fatti sono peggiorati in maniera sempre più crescente, prima il velo e il divieto di viaggiare da sole, poi la proibizione di accedere alle scuole superiori e ai college. Oggi invece l'imposizione di anonimato che cancella oltre al loro volto anche quel che rimane della loro identità.

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