Continua la battaglia del premier ungherese, Viktor Orbán, contro il magnate americano di origine magiara, George Soros. Se a gennaio scorso, infatti, nel mirino di Orbán erano finite alcune Ong legate alla fondazione di Soros, Open Society, la cui azione viene considerata dal partito del premier, Fidesz, "destabilizzante" per il governo di Budapest, oggi il Parlamento ungherese ha approvato una legge che potrebbe portare alla chiusura della Central European University (CEU), l’ateneo fondato da George Soros a Budapest nel 1991.
La nuova legge, proposta la scorsa settimana dall’esecutivo di Orbán, e approvata oggi dal parlamento di Budapest con 123 voti favorevoli e 38 contrari, prevede un aumento dei vincoli per le università straniere che operano in Ungheria. Con l’approvazione delle nuove misure, gli atenei finanziati da Paesi non appartenenti all’Unione Europea, saranno obbligati, infatti, ad avere una sede nel rispettivo Paese d’origine e a stipulare un accordo tra il governo del Paese d'origine e quello ungherese.
Regole che sembrano essere state scritte proprio per costringere l’ateneo di orientamento liberal, finanziato dalla Open Society di Soros, a chiudere i battenti. La Central European University, infatti, è l’unica università in Ungheria che non rispetta i requisiti fissati dalla nuova legge. Ed è anche difficile che riesca ad adeguarsi ai nuovi standard. Per essere validi, infatti, lauree e diplomi rilasciati dall’ateneo nel mirino di Orbán, avranno bisogno, oltre alla creazione di una sede negli Stati Uniti, di un accordo bilaterale tra il governo ungherese e quello americano, che dovrà essere concluso entro due mesi. Un accordo difficile, se non impossibile, da ottenere, visto che l’inquilino della Casa Bianca è Donald Trump, e non Hillary Clinton, di cui Soros ha finanziato la campagna elettorale per le scorse presidenziali. Sebbene, quindi, secondo quanto riporta l’Ansa, il ministro dell’Educazione, Zoltan Balog, abbia confermato la volontà del premier ungherese di “discutere con l’amministrazione americana le sorti dell’università”, la nuova legge potrebbe constringere l’ateneo a chiudere entro il 2021.
A Budapest, ora, sono attese nuove proteste contro la decisione del Parlamento magiaro, dopo che, domenica scorsa, migliaia di studenti e docenti erano già scesi in piazza per chiedere il ritiro del provvedimento. L’unico modo per bloccare la legge sarebbe un intervento del presidente ungherese, Janos Ader, che ha a disposizione cinque giorni di tempo per rimandare il testo al Parlamento o alla Corte Costituzionale. Ma è difficile che Ader, alleato di Orbán, agisca in questo senso. Soros è considerato, infatti, da Orbán, “un nemico della patria”, che agisce “al servizio dei poteri forti” contro il suo governo.
Finora, a nulla sono valsi gli sforzi del rettore della CEU, Michael Ignatieff, che, nei giorni scorsi, aveva incontrato esponenti del governo per chiedere il ritiro del provvedimento, né gli appelli di oltre 500 accademici di tutto il mondo, tra cui 17 premi Nobel, contro la chiusura dell'ateneo.
Segue “con preoccupazione” gli sviluppi relativi alle sorti della Central European University anche la Commissione europea per la cultura che, secondo la portavoce Nathalie Vandystadt, intende "procedere ad una piena analisi della situazione”. “Inaccettabile” la chiusura dell’ateneo del finanziere americano, anche per il capogruppo dei Socialisti e Democratici al Parlamento europeo, Gianni Pittella, citato dall'Ansa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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