Blitz Usa nei cieli della Siria: così il drone elimina il leader siriano dell'Isis

Maher al-Agal era descritto come un personaggio di spicco dello Stato Islamico: a ucciderlo è stato un drone Usa nel nord della Siria

Blitz Usa nei cieli della Siria: così il drone elimina il leader siriano dell'Isis

È ancora una volta il nord della Siria a essere coinvolto in operazioni speciali Usa contro l'Isis. Nelle scorse ore il Pentagono ha reso noto di aver ucciso, grazie a un attacco attuato da un drone, il comandante dell'Isis in Siria, Maher al-Agal.

Il suo ultimo nascondiglio è stato scovato nella cittadina di Jindires, all'interno del famigerato cantone di Afrin. Ossia la parte settentrionale della provincia di Aleppo a maggioranza curda, conquistata dalle fazioni filoturche nel 2018 dopo un'operazione condotta da Ankara.

La località in questione è poco più a nord di Barisha e di Atimah. Nella prima, nell'ottobre del 2019, è stato scovato e ucciso il fondatore dello Stato Islamico, Abu Bakr Al Baghdadi, nella seconda invece nello scorso mese di marzo è stato assassinato il suo successore, Abu Ibrahim al-Qurayshi.

L'Isis evidentemente è qui che ha trovato i suoi principali rifugi. Fatto insolito, perché si è ben lontani da quello che, tra il 2014 e il 2019, ha rappresentato il territorio controllato dal gruppo jihadista e che ha composto parte del cosiddetto Stato Islamico.

Il nord della Siria è invece feudo dell'organizzazione rivale dell'Isis. Ossia quel Fronte Al Nusra che oggi si fa chiamare con il nome di Tahrir Al Sham e che rappresenta di fatto il ramo locale di Al Qaeda.

C'è una differenza tra le due località dove sono state portate a termine, sempre dalle forze Usa, le operazioni contro Al Baghdadi e Al Qurayshi, e quella dove oggi è stato ucciso Al Agal. Pur se distanziata di pochi chilometri da esse, Jindires è sotto il controllo delle milizie filoturche e non invece degli ex di Al Nusra.

Un dettaglio non da poco. Qui di fatto la Siria è quasi parte integrante della Turchia. Ankara ha inviato quattro anni fa milizie addestrate dai propri servizi segreti e oggi controlla, in funzione anti curda, ogni aspetto più rilevante della vita politica e militare.

Per attuare qui il raid che ha ucciso il capo siriano dell'Isis, senza dubbio gli Usa hanno dovuto quantomeno avvisare il governo del presidente Erdogan. Così come, probabilmente, anche gli stessi russi. L'intero spazio aereo della parte occidentale della Siria è in mano a Mosca, presente nel Paese arabo dal 2015 a sostegno del presidente Bashar Al Assad.

Quanto ad Al Agal, è stato descritto dal Pentagono come un personaggio molto pericoloso e in grado di ridare linfa alla mai del tutto domata sezione

siriana dell'Isis. Secondo le autorità di Washington, la sua uccisione ha rappresentato un colpo molto duro per gli islamisti. Questi ultimi, al momento, tramite i propri canali non hanno né confermato e né smentito la notizia.

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