Negli Stati Uniti si è aperto quello che i media locali hanno subito etichettato come il “Russiagate di Obama”.
La magistratura federale ha di recente iniziato a investigare sui rapporti poco trasparenti con il Cremlino coltivati a partire dal 2012 dall’entourage dell’esponente democratico. Tali accertamenti hanno già determinato l’incriminazione di Greg Craig, avvocato nonché stretto collaboratore dell’ex presidente liberal. Il procuratore generale del Distretto di Columbia ha infatti accusato il legale, che ha ricoperto l’incarico di consulente giuridico della Casa Bianca durante l’amministrazione Obama, di avere curato finora, per conto del politico democratico, “relazioni torbide” con il governo ucraino e con quello russo.
I media Usa, citando fonti vicine agli inquirenti, hanno subito definito i contorni dei rapporti intrattenuti da Craig con le istituzioni dell’ex Urss. Gli organi di informazione sostengono che l’avvocato, dietro incarico conferitogli da Obama in persona, avrebbe aiutato, dal 2012 in poi, le autorità di Kiev e di Mosca a elaborare numerosi provvedimenti legislativi intesi a limitare le libertà democratiche in quei Paesi. Il collaboratore di Obama avrebbe, ad esempio, collaborato con i governanti ucraini nella messa a punto di riforme dirette a colpire gli attivisti per i diritti umani e avrebbe anche coadiuvato l’esecutivo Putin nella stesura di provvedimenti normativi repressivi. Egli, inoltre, avrebbe persino fornito al Cremlino“informazioni riservate” attinenti alla sicurezza nazionale americana.
Secondo le informazioni filtrate dalla procura federale e rilanciate dai principali network, l’esponente dem avrebbe ordinato al suo collaboratore di fornire consulenze giuridiche e dossier segreti alle autorità dell’ex Urss al fine di ricevere da queste “finanziamenti milionari” per l’Obama Foundation. Tale denaro non sarebbe stato però versato dagli esecutivi di Kiev e Mosca direttamente sui conti correnti delle persone giuridiche dirette dall’ex presidente, bensì su quelli degli studi legali di cui Craig è socio di maggioranza, ossia Williams & Connolly e Skadden, Arps, Slate, Meagher & Flom LLP and Affiliates.
Alla luce dei rapporti poco trasparenti con Kiev e Mosca contestati al collaboratore di Obama, il procuratore del Distretto di Columbia ha incriminato formalmente Craig per truffa, illecita attività di lobbying condotta all’estero e per attentato alla sicurezza
degli Stati Uniti, irrogando già all’imputato una sanzione preliminare di 4,6 milioni di dollari.Per il momento, non è stata ventilata dagli inquirenti alcuna ipotesi di incriminazione a carico dell’ex presidente democratico.
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