"In vacanza dopo la catastrofe". Nuova tegola sul governo di Scholz

La ministra della Famiglia della coalizione "semaforo" costretta a dimettersi. La verde Anne Spiegel sotto accusa per le vacanze in Francia con la famiglia dieci giorni dopo l'alluvione che sconvolse il Land in cui era ministra dell'Ambiente

"In vacanza dopo la catastrofe". Nuova tegola sul governo di Scholz

Prima la pandemia, poi la guerra in Ucraina e infine la corsa dei prezzi, con l’inflazione record che minaccia l’economia tedesca. Come se non bastassero gli sconvolgimenti internazionali a complicare la vita al cancelliere Olaf Scholz, sulla coalizione "semaforo" si è abbattuta una nuova tegola. La settimana, infatti, è iniziata con la lettera di dimissioni dell’ormai ex ministra della Famiglia in quota verde, Anne Spiegel. Dopo giorni di polemiche e attacchi da parte dell’opposizione, di giustificazioni, scuse e ritrattazioni, l’esponente dei Grünen è stata costretta a fare un passo indietro.

A far scoppiare il caso è stato il tabloid Bild, che ha rivelato come nell’estate del 2021, appena dieci giorni dopo l’alluvione che nel mese di luglio provocò centinaia di vittime in Renania Palatinato, la ex ministra si fosse concessa quattro settimane di vacanza in Francia. Comportamento, questo, reso ancora più grave dal fatto che all’epoca la Spiegel fosse nientemeno che la ministra dell’Ambiente del Land. Interpellata dal quotidiano, aveva messo le mani avanti assicurando di essere stata presente ad almeno una delle riunioni del governo sulla calamità naturale che ha devastato il Land, salvo poi dover ammettere la verità: e cioè che una volta partita non avrebbe preso parte a nessuno dei vertici dell’esecutivo regionale. Nemmeno virtualmente.

E così alla Spiegel non è rimasto che affidare la sua difesa ad una lettera aperta. Lei e la sua famiglia, ha spiegato rivolgendosi ai cittadini, avevano "assolutamente bisogno" di un periodo di vacanza. I quattro figli piccoli hanno sofferto durante la pandemia, ha spiegato, e anche il marito, colpito recentemente da un ictus, aveva bisogno di un periodo di riposo. Insomma, le esigenze personali e familiari hanno avuto la meglio su quelle della collettività. "È stato un errore essere andati in vacanza così a lungo e me ne scuso", ha dichiarato la Spiegel. Anche se, ha ammesso, "conciliare la responsabilità di ministro e di madre era difficile". Ma le dichiarazioni della verde non hanno fatto altro che gettare benzina sul fuoco delle polemiche.

Nonostante l’esponente ambientalista abbia assicurato di essere stata sempre reperibile durante le ferie e di essere stata pronta ad annullare la vacanza "se vi fosse stato un motivo", i partiti di opposizione, in primis l’Unione di Friedrich Merz e i sovranisti dell’AfD, hanno continuato a chiederne le dimissioni. A premere per un passo indietro della ministra sono stati anche gli stessi Verdi. "Con tutta la comprensione personale, ci si chiede come voglia svolgere un ruolo forte come ministro in futuro. Questa è una domanda che preoccupa molti di noi", ha spiegato un esponente del partito al quotidiano Handelsblatt. E alla fine, non senza ritardo, le dimissioni sono arrivate. "A causa delle pressioni politiche – ha annunciato Spiegel in una nota - mi sono decisa di mettere a disposizione il mio mandato". "Lo faccio – ha chiarito la giovane esponente del governo - per allontanare possibili danni al mio ufficio, che si trova dinanzi a grandi sfide politiche".

La portavoce di Scholz, Christiane Hoffmann, ha fatto sapere che il cancelliere "ha preso atto delle dimissioni con grande rispetto" e che parole della ex ministra lo hanno "commosso personalmente". Per gli analisti, però, la vicenda potrebbe aumentare la sfiducia nei confronti dei partiti che compongono la coalizione di governo, anche in vista dei prossimi appuntamenti elettorali. E la Spiegel non è l’unico componente del governo finito nel mirino. Anche l’operato del ministro della Salute Karl Lauterbach è stato messo in discussione di recente. Nei giorni scorsi aveva annunciato che a partire dal primo maggio sarebbe stata archiviata la quarantena obbligatoria per i positivi, sostituita da un isolamento volontario di cinque giorni, per alleggerire di un "peso" le aziende sanitarie locali. Salvo, poi, fare marcia indietro.

"Ho fatto un errore", ha detto specificando che il coronavirus "non è un raffreddore" e che deve essere mantenuto "l'isolamento dopo il contagio" sotto il controllo degli uffici sanitari. Anche in questo caso, però, le critiche da parte dell’opposizione si sono sprecate. Non a caso il gradimento di Scholz resta in caduta libera.

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