Venezuela, la lettera di Guaidò: "Sconcertati dalla posizione dell'Italia"

Il presidente Guadò: "Il paese europeo a noi più vicino, incomprensibile che non si schieri contro Maduro"

Venezuela, la lettera di Guaidò: "Sconcertati dalla posizione dell'Italia"

Dopo gli incontri della delegazione venezuelana con Salvini e con il ministro Moavero, il presidente Guaidò cerca ancora l'appoggio dell'Italia per arrivare a libere elezioni in Venezuela.

Per farlo, l'autoproclamato presidente ha indirizzato una lettera agli italiani. A rivelarlo è all'Adnkronos il deputato venezuelano Americo De Grazia: "Il presidente Guaidò - spiega - ha inviato una lettera per manifestare il proprio sconcerto per la posizione dell'Italia. Il messaggio serve a spiegare qual è la nostra situazione istituzionale, si dice che Maduro governa in maniera illegittima e che il paese deve andare a nuove elezioni presidenziali, come prevede la Costituzione". "Il secondo punto - prosegue De Grazia - riguarda il riconoscimento di Guaidò come presidente ad interim, al quale spetta il compito di condurre il Venezuela a nuove elezioni".

La lettera di Guaidò

"Con profondo sconcerto non comprendiamo le ragioni della posizione politica italiana - scrive Guaidò - Non capiamo perché il Paese europeo, a noi più vicino, non prenda una posizione chiara e netta contro il dittatore Maduro e non chieda, con forza, libere elezioni, sotto l'egida della comunità internazionale, e lo sblocco degli aiuti umanitari. Sono sicuro che il popolo italiano è dalla nostra parte, dalla parte della democrazia, della libertà e della giustizia. Abbiamo bisogno del sostegno italiano, abbiamo bisogno di una comunità internazionale coesa per costringere Maduro a fare un passo indietro, rispettare la nostra Costituzione e far sì che, in qualità di Presidente provvisorio, possa indire nuove elezioni".

"In questi anni - si legge ancora nella lettera di Guaidò agli italiani - il regime dittatoriale e violento di Maduro ha portato il Paese ad una crisi economica e democratica senza precedenti. Non abbiamo cibo per sfamare i più poveri, gli anziani, le donne e bambini. Non abbiamo medicine per curare i nostri malati, la nostra moneta perde valore, di giorno in giorno". Per questo, secondo Guaidò, "milioni di venezuelani scendono nelle piazze a manifestare pacificamente da diversi mesi". Una "protesta democratica e non violenta per chiedere libere elezioni, per chiedere lo sblocco degli aiuti umanitari, fermi alle nostre frontiere per volontà di Maduro e del suo esercito".

Il leader dell'assemblea venezuelana, già riconosciuto da alcuni Stati, ci tiene a sottolineare che "tutta la comunità italiana in Venezuela è vittima della dittatura, ed è vittima tanto quanto i venezuelani del flagello della fame e della mancanza di medicine". Guaidò non si capacita del perché l'Italia abbia bloccato il riconoscimento del "percorso" del Venezuela verso le libere elezioni e ricorda che "i venezuelani sentono gli italiani come fratelli, da sempre". Per "Oltre due milioni di venezuelani - scrive il presidente - portano orgogliosamente cognomi italiani. Una comunità numerosa che guarda all'Italia come un punto di riferimento. Molti di noi sono anche cittadini italiani".

Guaidò è "sicuro" che il popolo italiano appoggi la sua posizione, che sia "dalla parte della democrazia, della libertà e della giustizia", ribadendo che "abbiamo bisogno del sostegno italiano, abbiamo

bisogno di una comunità internazionale coesa per costringere Maduro a fare un passo indietro, rispettare la nostra Costituzione e far sì che, in qualità di Presidente provvisorio, possa indire nuove elezioni".

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