War Games: il Libro Bianco della Difesa secondo il Nodo di Gordio

Un contributo del think tank di geopolitica "il Nodo di Gordio" per il lavoro del ministro Pinotti

War Games: il Libro  Bianco della Difesa  secondo il Nodo di Gordio

«L’Italia non produce più un pensiero strategico proprio ma traduce l’altrui: americano, tedesco, russo, europeo». È una delle tesi contenute nello "Speciale Difesa" che caratterizza il nuovo numero de "Il Nodo di Gordio", quadrimestrale di geopolitica espressione dell’omonimo think tank (www.NododiGordio.org).

Uno "Speciale" che si trasforma in un contributo concreto, e di altissimo livello, per il governo alle prese con la realizzazione del Libro Bianco sulla Difesa. Perché il Nodo di Gordio ha radunato esperti delle Forze Armate, analisti, specialisti non solo italiani affinché si confrontassero sulla realtà e sulle prospettive del settore che diventa sempre più strategico anche per l’Italia. Tra problemi di risorse ed una possibile riorganizzazione che garantisca più qualità senza aumentare la spesa, tra rapporti con i partner europei e nuovi ruoli sugli scenari internazionali.

Un contributo per il Libro Bianco, certo, ma anche per tutti coloro che si occupano di strategie, di politica internazionale, di export e import. Perché anche i mercati si affrontano meglio se si posseggono le conoscenze adeguate delle realtà che ci circondano.

Soprattutto in questa fase di grandi e profondi cambiamenti, di rivoluzioni delle alleanze. Una situazione che richiede investimenti anche in ambito militare. «Investite nella Difesa o l’Italia ne pagherà le conseguenze», avverte il politologo americano Edward Luttwak. Che si sofferma sul pericolo Isis e sull’operazione Mare Nostrum. Anche se – è la sintesi di un altro intervento – gli interessi italiani non coincidono più con quelli statunitensi. Ed occorre tenerne conto, quando si deve decidere dove indirizzare gli investimenti, dove concentrare le risorse. Che si tratti degli F35 o del problema dell’arruolamento. Per arrivare ad una spesa intorno al 2% del Pil che consenta all’Italia di recuperare un ruolo da protagonista all’interno della Nato e per raggiungere una capacità di difesa autonoma, anche dagli Stati Uniti.

Perché gli sforzi della Farnesina rischiano di essere vanificati, se non vengono sostenuti da investimenti nelle Forze Armate. E non si tratta solo di spendere di più, occorre spendere meglio. Rinunciando a progetti immaginifici e puntando, ad esempio, sulla formazione di quadri militari specializzati nella cooperazione civile-militare che sappiano operare in contesti di guerra ibrida a tutela degli interessi italiani. Senza dimenticare che in un mondo "globale" diventa fondamentale anche la comunicazione, interna e verso l’esterno. Con nuove competenze e grandi professionalità ad ogni livello, comprese quelle relative agli studi antropologici applicati al settore militare.

Ma se lo "speciale" è dedicato alla Difesa, il nuovo numero del Nodo di Gordio affronta comunque altri temi. Dalle tensioni sul confine tra Russia ed Ucraina al precipitare delle crisi nel Vicino Oriente, con la creazione di nuove alleanze e nuovi rapporti di forza. Leonid Reshetnikov, direttore dell’Istituto Russo per gli studi strategici, in un’intervista esclusiva spiega la nuova dottrina militare della Federazione Russa.

E la rivista analizza anche le prospettive dell’America Latina, incerta tra protagonismo sulla scena mondiale o subordinazione alle strategie Usa, o quelle dell’Eritrea, tra il socialismo reale e

l’emigrazione verso l’Italia.

Non mancano i consueti contributi culturali, un’intervista di carattere economico sull’eredità ideale di Sergio Ricossa, le recensioni di libri e riviste internazionali a partire dalla francese Conflits.

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