Zara discriminerebbe le persone di colore. Stando a quanto riferisce un articolo del quotidiano britannico The Guardian, i clienti afroamericani verrebbero controllati molto di più degli altri: monitorati, pedinati, guardati a vista all'interno dei negozi. Questa l'accusa dell'organizzazione americana attiva per l'equità e i diritti. Tutto perché è "normalità" in Usa pensare che le persone di colore siano più propense al furto.
Una tesi, quella del comportamento discriminatorio di Zara, che il Center for Popular Democracy sostiene dopo aver intervistato 151 dei 1500 dipendenti di New York. Lo staff dei negozi, afferma il report redatto, individuerebbe regolarmente alcuni clienti come persone da tenere sotto osservazione. Lo farebbe assegnando loro un codice, quello di "special order", pensato per mettere in allarme tempestivamente il personale. Quel codice, però, accusa il CPD, quasi mai verrebbe attribuito a cittadini bianchi. Raramente ai latinos. Sempre o quasi sempre, invece, agli afroamericani. Tra le persone sentite, in realtà, solo il 57% ha risposto alle domande in modo completo. Tra queste, il 46% ha ammesso la discriminazione ai danni dei neri.
Zara, dal canto suo, non ha tardato a intervenire e ad un portavoce ha affidato la sua replica: "Zara Usa rifiuta con forza i risultati del report del Center for Popular Democracy, pubblicati senza alcun tentativo di contattare la nostra società.... Il report raggiunge asserzioni non supportate dai fatti e non rispondenti all'eterogenea forza lavoro di Zara".
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