«Io più che altro sto vedendo che nel centrosinistra ci sono delle posizioni molto in contrasto le une con le altre». Letizia Moratti non vuol proprio sentir parlare di fratture nello schieramento appoggia la sua corsa a sindaco. «Per esempio la posizione dei Radicali che chiedono lapertura dei negozi non solo il Primo Maggio ma tutto lanno. Non capisco come faccia Pisapia ad avere in coalizione i Radicali che chiedono una cosa, quando è sostenuto anche dalla Cgil che chiede lopposto». Nessuna frizione con la Lega, assicura, anche se lo scambio di battute al veleno tra Matteo Salvini e Riccardo De Corato è il termometro di una tensione che sale. «Lunico impegno che chiediamo agli amici del Pdl - le parole del capolista della Lega - è riconoscere gli errori del primo mandato della Moratti, come lassenza dalla città per un certo periodo e la poca attenzione per le piccole cose. Noi ci proponiamo di correggerli». Magari «parlando di città e non di tribunali». Stizzita la replica di De Corato. «Salvini si sta mourinhizzando, fa il maestrino nel giardino altrui. Evidentemente è già in clima partita». E la partita sembra essere, oltre il derby tra Lega e Pdl nelle urne del 15 e 16 maggio, anche la poltrona da vicesindaco. Con viale Monza, sede del Pdl, che invita a moderare i toni e quelli di via Bellerio, quartier generale leghista, che fiutano il vento dei sondaggi in poppa e hanno riscoperto un antico «celodurismo». «Io mi confronto tutti i giorni con la città - si difende la Moratti -, ovunque, insieme con la Lega e con le altre liste. Lho sempre fatto e continuerò a farlo».
Le amministrative «sono un test importante - ha sentenziato ieri il capogruppo della Lega alla Camera Marco Reguzzoni -, ma non mi sembra sia collegabile il risultato di questa o quella città alla tenuta del governo». Nessun timore di perdere. «Milano - ha aggiunto Reguzzoni - ha un significato particolare, ma la Moratti vince sicuramente.
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