La Moratti madrina della Milano golosa del Gambero Rosso

Se per il responsabile della guida dell’Espresso, Enzo Vizzari, Milano sta attraversando il periodo più opaco degli ultimi vent’anni, la presentazione ieri della guida a Milano del Gambero Rosso, presente il sindaco Letizia Moratti, è stata l’occasione per registrare una voce opposta: «Fuori dagli stereotipi, il capoluogo lombardo vive una seconda giovinezza. E non sembri una contraddizione in un anno difficile come questo. La capitale della moda (e non solo a dire la verità, ndr), da sempre attenta a cogliere al volo tendenze e tentazioni, ha fatto di necessità virtù. Prova ne è la generazione di locali fuori dagli schemi che rappresenta un modo nuovo di pensare la ristorazione. Anche quella d’élite».
Gambero Rosso sempre con solide radici romane, ma che vedremo più spesso attorno al Duomo come annunciato ieri dalla Moratti e dalla proprietà, il presidente Paolo Cuccia, e dai responsabili editoriali, Daniele Cernilli e Carlo Ottaviano. Assenti invece coloro che firmano la pubblicazione, Giancarlo Perrotta e Clara Barra, a letto con l’influenza. Rispetto alla guida nazionale, questa, edizione numero 19, illustra una Milano più vasta (e non solo perché abbraccia locali in un’area di un centinaio di chilometri quadrati), per via dell’aggiunta del mangiare veloce, della buona spesa, dei rapporti qualità/prezzo (un prezzo contenuto mette sempre di buon umore) e qualità/cortesia (non male: in effetti un cameriere cafone rovina anche il piatto più buono al mondo), fino a dove dormire bene.
Interminabile la sfilata di premiati. Spigolando tra i sorrisi, ecco Luca Gardini, sommelier neo-campione europeo, ritirare il premio per «Cracco» migliore ristorante in città; i ragazzi della Trattoria del Nuovo Macello in via Lombroso per il miglior rapporto qualità/prezzo; l’Osteria dei Fauni a Segrate per la cantina; la pasticceria Besuschio di Abbiategrasso per il rapporto qualità/cortesia così come Bastianello, Faravelli, Rosticceria Galli, Frutteto Garibaldi, Lula Cioccolato, Peck e Ronchi. Riconoscimenti anche per il Park Hyatt e il Four Seasons, per la Trattoria Milanese in via Santa Marta e per Claudio Sadler per il suo bistrot, il Chic’n Quick.
Tra i tanti, Giovanni Traversone e Marco Tronconi sono stati i soli a ricevere l’attestato dalle mani del sindaco Moratti che ha colto l’occasione per ricordare come Milano sia «un punto di riferimento per gli operatori del settore agro-alimentare e per gli appassionati e proprio con il Gambero si sta rafforzando un legame solido a livello di eccellenze all’interno di un percorso fino all’Expo. Proprio l’Expo è l’opportunità per valorizzare tutto il made-in-Italy, l’alimentazione come cibo sufficiente per tutti, ma anche cibo di qualità. Cibo, vino, turismo eno-gastronomico sono i settori da valorizzare e su cui scommettere per il futuro ricordandosi che Milano è il secondo distretto agricolo italiano come la Lombardia la massima area in Europa».


E poi gli elogi al Gambero: «La guida mi piace perché allarga lo sguardo alle pizzerie, ai winebar, agli etnici confermando l’internazionalità della città. Con loro svilupperò diversi progetti fino all’Expo». Il primo il 3 dicembre con i vini vincitori dei tre bicchieri e a metà gennaio con dei corsi di cucina all’interno del Macef.

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