Morto Treccani, la pittura come poesia

È morto nella sua casa delle rondini a Milano, Ernesto Treccani, 89 anni, uno dei più limpidi poeti dell’immagine del Novecento. "Si è spento serenamente, in pace tre le sue cose come avrebbe voluto - ha detto la figlia Maddalena che gli era vicino - Negli ultimi giorni era un pò debole ma ha voluto dipingere fino all’ultimo"

Morto Treccani, la pittura come poesia

È morto nella sua casa delle rondini, Ernesto Treccani, uno dei più limpidi poeti dell’immagine del novecento. Aveva 89 anni e il suo percorso lo aveva portato ad approfondire i molteplice aspetti dell’arte figurativa. "È morto serenamente, in pace tre le sue cose come avrebbe voluto - ha detto la figlia Maddalena che gli era vicino - Negli ultimi giorni era un pò debole ma ha voluto dipingere fino all’ultimo". I funerali si svolgeranno domani pomeriggio nella chiesa di San Bartolomeo.

Figlio del fondatore dell`omonima grande enciclopedia, Ernesto Treccani è nato a Milano il 26 agosto 1920. È entrato giovanissimo, mentre ancora seguiva gli studi di ingegneria, nei gruppi di avanguardia artistica e di fronda nei confronti della cultura fascista. Direttore della rivista Corrente, ha esposto per la prima volta come pittore alla Bottega di Corrente nel 1940 con gli amici Birolli, Guttuso, Migneco, Sassu e altri; nel 1943, ancora alla Galleria di Corrente e della Spiga, ha esposto un gruppo di opere con Cassinari e Morlotti. Dopo la guerra e la resistenza, cui ha partecipato attivamente, è stato redattore, insieme a De Grada, De Micheli, Vittorini e altri, della rivista «Il 45», poi animatore con Ajmone, Chighine, Francese e Testori, del gruppo «Pittura» e redattore della rivista «Realismo».

La sua prima personale è del 1949 alla milanese Galleria del Milione, presentata da una monografia a cura di Duilio Morosini. In quel periodo ha incominciato a recarsi e dipingere anche a Parigi, da allora significativo punto di riferimento per il suo lavoro. Nel 1950 ha partecipato con opere di bianco e nero alla Biennale di Venezia e successivamente, nel 1952 e 1956, con mostre personali di disegno e di pittura alla XVI e XVIII edizione. Nello stesso 1956 ha preso parte alla mostra di realisti organizzata presso la Leicester Gallery di Londra e ha tenuto una personale alla Heller Gallery di New York. La realtà contadina calabrese, conosciuta direttamente nei lunghi soggiorni a Melissa, e il paesaggio urbano industriale di Milano e di Parigi hanno costituito in quel periodo i temi fondamentali della sua pittura. Sempre nel 1956 ha fatto parte di una delegazione culturale in Cina, viaggio che lo ha fortemente impressionato e dal quale ha riportato oltre un centinaio di disegni e acquarelli.

Tra i lavori degli anni Sessanta sono da ricordare le cinque grandi tele ispirate a «La luna e i falò» di Pavese (1962/63), il ciclo delle opere «Da Melissa a Valenza» (1964/65), i dipinti sul tema del giardino e delle siepi e la serie di acquarelli dedicata a un viaggio a Cuba. Più tardi, nel 1976, la grande mostra a Volgograd, Mosca e Leningrado, organizzata dal Ministero della Cultura sovietico. Negli ultimi decenni ha operato in luoghi diversi, sviluppando in molteplici direzioni la propria ricerca: dalla campagna emiliana alle regioni dell’Italia meridionale, dove ha lavorato a Potenza, Matera e Policoro, fino ai paesi contadini dell’Ucraina, attraversati sulle orme del romanzo di Babel in un viaggio fantastico, ispiratore della grande tela «Rosso cavaliere», del 1977. Nel 1978 Treccani ha dato vita alla Fondazione Corrente, con un programma mirante, oltre alla raccolta e allo studio di documenti, testimonianze e opere del periodo storico compreso tra la nascita del movimento di Corrente e gli anni del Realismo, all’organizzazione di incontri, dibattiti, seminari e mostre sui temi più attuali della cultura contemporanea. Dagli anni 80 in poi, Nizza diviene uno dei luoghi dove Treccani si reca sovente a dipingere. Con Parigi, Macugnaga e Forte dei Marmi, è tuttora uno dei luoghi abituali di soggiorno creativo. Alla metà degli anni ottanta risale poi una delle sue opere più importanti, «La casa delle rondini», circa duemila formelle ceramiche che rivestono interamente la facciata della sede della Fondazione Corrente e della Collezione Studio Treccani, in via Carlo Porta a Milano.

Tra i lavori più significativi degli anni a cavallo del secolo anche i

grandi cicli ispirati al Don Chisciotte di Cervantes e al Decamerone di Boccaccio, intese come testimonianza dell`intenso rapporto tra parola e immagine che è sempre stato aspetto costante della ricerca di Treccani.

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