È morto oggi Vaclav Havel, 75 anni, ultimo presidente della Cecoslovacchia e primo della Repubblica Ceca. Lo ha annunciato la sua segretaria, Sabina Tancevova: "È morto nel sonno, nella sua casa a Hradecek in presenza della moglie, l’attrice Dagmar". L'uomo, che soffriva da tempo di problemi all’apparato respiratorio dovuti agli passati nelle carceri comuniste, è comparso per l’ultima volta in pubblico una settimana fa in occasione della visita del Dalai Lama a Praga.
Lo scrittore e politico era considerato la coscienza morale dei cechi. Protagonista incontrastato del dissenso nella Cecoslovacchia, Havel, dopo la "Rivoluzione di velluto" e la svolta democratica nel 1989, divenne il primo presidente della Cecoslovacchia post-comunista. Dal 1993, dopo la separazione dall Slovacchia, fu a capo della neonata Repubblica ceca. Havel è il simbolo del dissenso e della lotta contro l’oppressione del regime comunista: è a lui che si deve la Rivoluzione pacifica dell’89. Per il suo impegno per i diritti civili e la libertà, il politico è stato ripetutamente incarcerato in Cecoslovacchiate. Per alcuni era "un intellettuale di sinistra".
Havel è nato il 5 ottobre 1936 in una famiglia benestante di imprenditori ed intellettuali di Praga. Questo gli costò l'accusa da parte del regime comunista del dopoguerra di avere collaborato coi nazisti durante l’occupazione. Seguì i corsi serali all’Università tecnica di Praga e negli anni ’60, dopo il servizio militare, lavorò come macchinista in alcuni piccoli teatri. Contemporaneamente studiava per corrispondenza drammaturgia e scrisse Il memorandum (1965) e Difficoltà di concentrazione (1968).
La Primavera di Praga nel 1968 e le repressioni seguite all’invasione sovietica indussero Havel, cacciato dal teatro, a impegnarsi nella lotta contro il regime: quasi cinque gli anni trascorsi dietro le sbarre. Poi il riscatto e la nomina a presidente. Nonostante la precaria salute e numerosi interventi chirurgici, nel 1998 fu rieletto per un secondo mandato.
Filoamericano, Havel fu il principale fautore dell’entrata della Repubblica ceca nella Nato nel 1999.Nel 2003 gli successe l'avversario Vaclav Klaus e Havel lasciò la politica per dedicarsi alla sua professione di drammaturgo.
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