È morto il violoncellista Mistislav Rostropovich

Il grande pubblico conosce Rostropovich come l’artista che l’11 novembre 1989 suonò il violoncello davanti al muro di Berlino che crollava per festeggiare la fine della guerra fredda. Gli appassionati di musica lo conoscevano invece per la sua straordinaria maestria di violoncellista (il più grande del nostro tempo), applaudito nei cinque continenti, dove ha suonato instancabilmente per anni

È morto il violoncellista Mistislav Rostropovich

Mosca - È morto Mistislav Rostropovich. Il leggendario violoncellista e direttore d’orchestra aveva 80 anni (ascolta "Prelude" di Bach). Da tempo ammalato, nel novembre scorso si era visto costretto a cancellare alcuni concerti a Washington. Nato il 27 marzo 1927 a Baku, in Azerbaijan, era stato naturalizzato cittadino americano. Chiamato affettuosamente Slava (gloria, in russo), era considerato il più grande violoncellista vivente. Con lui scompare una delle più grandi figure del Novecento. Oltre che musicista è stato direttore d’orchestra e compositore. Una personalità eccezionale che ha ispirato grandi musicisti a scrivere per lui: autori del calibro di Britten, Sostakovic, Prokof’ev, Khachaturian, Bernstein, Lutoslavdki, Duilleux. Dal 1943 al 1948 aveva studiato al Conservatorio di Mosca, dove divenne professore di violoncello nel 1956.

L'impegno a difesa della libertà Il 31 ottobre del 1970 il violoncellista scrisse una lettera aperta alla Pravda in cui difendeva Aleksandr Solženicyn, l’autore di "Arcipelago Gulag", che dopo il conferimento del Nobel per la Letteratura era sempre più vessato dal regime sovietico. Molti anni dopo il musicista dichiarò: "La cosa migliore che ho prodotto non è stata la musica, ma la letera alla Pravda. Da allora mi sono sentito in pace con la mia coscienza". Ma quella lettera, che non fu mai pubblicata dal giornale, fece di lui un uomo segnato. Fu cacciato dal prestigioso teatro Bolscioi, gli fu vietato di fare tournee all’estero e di dirigere orchestre. Nel 1974 fuggì dall’Unione Sovietica con la moglie e le due figlie e si stabilì negli Stati Uniti. Da lì iniziò una campagna a favore della libertà per un altro dissidente sovietico, Andrei Sakharov.

Nella sua lunga carriera ha vinto molti premi e ha ricevuto numerose onorificenze fra le quali spicca la Legion d'onore francese.

Nel 2005 l'univesità di Bologna gli ha conferito la laurea honoris causa in Scienze politiche. Negli anni ha continuato sempre a sostenere la lotta per la libertà nelle arti e in politica. Storico il suo concerto, improvvisato, tenuto nel 1989 sotto il muro di Berlino, proprio la notte del suo abbattimento.

 

 

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