Motomondiale 2007

da Shanghai

È come se avesse vinto anche nel giorno della sconfitta, battuto soprattutto, per non dire soltanto, dalla potenza della Ducati GP7. «Non mi è mai successo di vedere tanta differenza tra una moto e le altre: per battere Stoner avrei avuto bisogno di una pistola! Sicuramente è il modo migliore di perdere». Non ha niente da rimproverarsi Valentino Rossi, perché contro una moto tanto superiore in rettilineo, non puoi fare niente, devi solo accontentarti del secondo posto. Ma siccome Valentino è uno speciale, non si è accontentato. Il risultato finale non è cambiato, anzi, Rossi ha anche rischiato di perdere il posto d’onore con un dritto al sedicesimo giro che lo ha retrocesso in terza posizione, obbligandolo a rimontare su John Hopkins. Ma, per chi ama lo sport, vedere un pilota provarci comunque, nonostante una evidente inferiorità tecnica, è qualcosa di meraviglioso. In fondo, è proprio per questo che Vale non ha ceduto alle sirene della F1: nelle due ruote un campione come lui può ancora fare la differenza.
«Avrei potuto stare dietro a Stoner senza fare niente - dice ridendo -, ma sarebbe stato noioso. Allora ho deciso di provarci in tutti i modi, recuperando in curva quel mezzo secondo che perdevo in rettilineo. Me la sono giocata, anche se è andata male: quando a sette giri dalla fine ho provato a passare Casey, la moto si è scomposta su una buca, ho perso il controllo e ho dovuto mollare i freni per non cadere, finendo fuori pista. Ho voluto provarci senza arrendermi, ma quando devi recuperare così tanto in staccata, ci può stare un errore. La verità è che contro Stoner e la Ducati non c’era nulla da fare».
Rossi ci tiene a fare i complimenti sia alla moto italiana sia al pilota australiano. «C’è tanta differenza in rettilineo tra la Ducati e gli altri, sono stati veramente bravi. Le altre case adesso piangono, da quando corro (lo ripete, ndr) non avevo mai visto una differenza così enorme. Ma anche Stoner è una grande sorpresa. Sicuramente, disporre di una moto tanto veloce ti avvantaggia sia psicologicamente sia tatticamente, ma Casey ha vinto tre gare su quattro, non sbaglia mai ed è costantemente veloce: sarà dura batterlo».
Valentino, però, non è certo uno che si arrende facilmente. «Alla fine, il secondo posto è un risultato positivo e siamo arrivati molto vicini alla Ducati in una pista sfavorevole.

Adesso il mondiale torna in Europa e il prossimo Gp a Le Mans è storicamente adatto alla Yamaha. Guardando la classifica, mi fa venire ancora più tristezza il risultato della Turchia: senza il problema alle gomme, avrei fatto un secondo posto e sarei in testa al mondiale assieme a Casey».\

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