È stata la mano di Senna: Pasqua '93, il giro migliore

A Donington (Inghilterra) l'asso brasiliano trionfò passando dal quinto al primo posto con una serie di manovre surreali: lo ribattezzarono "The Lap of God"

È stata la mano di Senna: Pasqua '93, il giro migliore
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Qui a due passi dalla foresta di Sherwood, ne bel mezzo delle Midlands orientali, l'asfalto è battuto da un acquazzone terrificante. Venti che insistono da direzioni opposte si mescolano e lavorano le monoposto. A Donington il GP d'Europa assomiglia ad una piscina. È il giorno di Pasqua del 1993 - trent'anni fa esatti - e la Formula 1 vive la terza tappa del suo mondiale, già incanalato - per quello che, almeno, trasmettono le prime avvisaglie - sul vialetto che conduce al box Williams. Non a caso Alain Prost e Damon Hill se ne stanno con i gomiti piazzati in prima fila. Alle loro spalle Michael Schumacher su Benetton e Ayrton Senna, sorprendentemente primo fino a qui, malgrado la sua McLaren - quell'anno attrezzata non più con motore Honda, ma Ford - appaia due spanne sotto le principali competitor.

Ayrton a Donington
La partenza a Donington

Fuori fanno sei gradi. La pioggia, torrenziale, continua a scalfire i caschi. Se sei in Italia basta sintonizzarsi sulla Fininvest, che non si chiama ancora Mediaset ed ha fatto a metà dei diritti sul Circus con la Rai. Birra, patatine e Italia Uno. Partenza. Senna fa pattinare eccessivamente le gomme posteriori e resta mezzo inchiodato per un paio di fatidici istanti. Ne approfitta lesto Karl Wendlinger, pilota austriaco della Sauber. Il passo falso del brasiliano viene capitalizzato anche da Miki Schumacher, che sgasa via. Nel frattempo Prost e Hill sfrecciano là davanti, convinti d'averla già messa in ghiaccio. Superare con un meteo così avverso pare impensabile.

Senna dunque mestamente quinto. Piove così tanto che tra poco potresti avvertire lo sciabordio delle onde contro i fusti secolari di Sherwood. Il motore poi non tira come dovrebbe. Parrebbe una matassa inestricabile. Ma è nell condizioni più avverse che si esaltano i fuoriclasse. Ayrton accetta le difficoltà e sopperisce ricorrendo ad un mix di intuito, coraggio e limpida tecnica.

Si prende qualche rischio. Pesta sull'acceleratore dove gli altri riducono la velocità. Resta stretto e infila Schumi: quarto posto ripreso. Per fare fuori anche Wendlinger però serve di più. Ayrton lo sa e infatti tenta una manovra impossibile. La sua monoposto oscilla, finisce fuori traiettoria, lui ritarda comunque la frenata e passa. Quando l'austriaco si chiede dove sia finito se lo ritrova davanti. Terzo.

I telecronisti Andrea De Adamich e Guido Schittone sono in estasi. Ma il difficile arriva adesso. Senna fluttua sul bagnato a velocità surreale, senza sbavature. Però riprendere le Williams è un'altra cosa. Eppure, zuppo di pioggia e in trance, inizia a intravedere l'alettone di Hill. Si mette in scia. Altra frenata. Altro sorpasso. Damon non ha il tempo materiale per contenerlo. Se lo vede passare accanto come uno di quei tizi che ti sverniciano in autostrada prima ancora che tu possa realizzare. Secondo.

Adesso è il turno di Prost. Il francese apre il gas, furente, ma Ayrton viaggia ad un ritmo differente. Lo aggancia. Attende il punto più veloce della pista. Altra frenata. Altro assurdo sorpasso. Fanno quattro in un minuto, sul bagnato. Primo. Pura follia. Senna non si schioderà più. Anzi, inizia una gara a sé che ridicolizza gli avversari. Prost sarà costretto a fare ben sette pit stop e finirà terzo, doppiato. Hill arriva secondo, ma alla siderale distanza di un minuto e ventitré secondi da Ayrton. Fuori le Ferrari di Alesi e Berger per problemi al motore. Out anche Barrichello, autore di una prova strepitosa. Alla fine arrivano undici piloti su venticinque.

Quello sprint illuminante, capace di aprire la strada al trionfo, verrà subito ribattezzato "The Lap of God".

Il giro di Dio. Alcuni richiamano all'assonanza celeste con l'intuito di un altro sudamericano, Diego Armando Maradona. È stata la mano di Senna. Quando la ragione non riesce a fornire risposte, la trascendenza sorpassa a destra.

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