Un aggiornamento del software come quello che si fa sugli smartphone.
Agli automobilisti americani possessori di una Volkswagen, la casa tedesca aveva inviato una lettera lo scorso aprile per avvertirli che alcune vetture avrebbero potuto non superare i test anti-inquinamento e che l'azienda avrebbe rilasciato a breve un nuovo software per le centraline di controllo diesel con l'obiettivo di risolvere il problema.
Con l'azione sempre più pressante dell'agenzia californiana per il controllo dell'ambiente, la Volkswagen of America Inc. aveva inviato una lettera ai clienti proprietari di Audi e Volkswagen diesel per una generica "azione di richiamo per problemi di emissioni" dei gas di scarico. Ai proprietari è stato detto di portare l'auto al rivenditore dove sarebbe stato installato un nuovo software per assicurare che le emissioni dai tubi di scappamento venissero "ottimizzate per operare efficientemente".
Volkswagen però non chiarì che l'operazione era stata avviata solo per rispettare con un escamotage i severi standard qualitativi delle autorità di controllo locali. Tra questi stavano da mesi aumentando le perplessità sulle macroscopiche differenze tra le emissioni registrate in laboratorio (quelle truccate appunto con il software che alterava i risultati) e quelli nelle prove su strada, dove il programma che abbassa i livelli di emissioni di gas inquinanti non funzionava.
Intanto, entra nel dibattito sullo scandalo Usa che ha coinvolto la casa tedesca, anche il ramo italiano dell'azienda automobilistica.
L'amministratore di Volkswagen Italia, Massimo Nordio, interpellato dal ministro dell'Ambiente, Gian Luca Galletti, ha assicurato: "I nuovi motori EU6, sottolinea Nordio "soddisfano i requisiti legali e gli standard ambientali e risultano totalmente estranei al caso".
Per quanto riguarda invece le altre motorizzazioni diesel, l'a.d. ha puntualizzato: "la nostra Casa madre sta lavorando a pieno ritmo per comprendere se le anomalie riscontrate all'estero possano riguardare tecnologie utilizzate anche su autoveicoli in vendita o circolanti sul territorio nazionale. Come società italiana non disponiamo al momento di informazioni ulteriori rispetto a quanto già pubblicamente reso noto. Ci impegniamo a fornire prontamente la più ampia e fattiva collaborazione in merito, e a segnalare ogni ulteriore elemento di cui potremo venire a conoscenza tramite il Costruttore".
Lo scandalo intanto investe l'Europa. Il ministro dei Trasporti tedesco, Alexander Dobrint, ha confermato che la Volkswagen ha ammesso manipolazioni sui dati delle emissioni di auto diesel anche in Europa. Il ministro però, ha precisato di non sapere quanti degli 11 milioni di veicoli VW interessati si trovino nel continente europeo, dichiarando che ci saranno dei test a campione anche sulle emissioni delle auto prodotte da altre compagnie.
La Commissione europea ha confermato di aver invitato i governi di tutti gli Stati dell'Unione ad assicurare che le autorità nazionali conducano indagini per verificare il rispetto dei limiti di inquinamenti delle auto dopo lo scandalo Volkswagen. Infatti, una portavoce della Commissione ha specificato che il potere dell'organismo europeo è abbastanza limitato: "La Commissione europea in generale è il guardiano dei Trattati, ma per quanto riguarda le imprese, in questo settore, i poteri di 'policing' e di investigazione è delle autorità nazionali".
Nei piani alti dell'azienda tedesca si sta svolgendo un effetto domino dato dalle dimissioni dell'amministratore delegato Martin Winterkorn. Il direttore del settore sviluppo di Volkswagen, Heinz-Jakob Neusser, infatti, sarebbe pronto a dimettersi. Lo riferisce il settimanale tedesco Spiegel, mentre secondo altre indiscrezioni anche il numero uno di Volkswagen Usa, Michael Horn, sarebbe vicino al passo indietro.
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