«Senza quel risultato di Barcellona il mio anno sarebbe stato perfetto». Premiato per l'ennesima volta in patria, stavolta dal quotidiano sportivo Record, Josè Mourinho si confessa in una lunga intervista allo stesso giornale, in cui recrimina sul 5-0 incassato al Camp Nou contro i «blaugrana» di Guardiola.
In ogni caso, per Mourinho il 2010 rimane «il miglior anno di sempre», grazie al triplete con l'Inter e poi all'esperienza nel Real Madrid. Su quest'ultimo punto, il portoghese tiene a mettere in evidenza una cosa: avverte la pressione di dover ottenere risultati, e quindi «tituli». «Vogliono che io vinca trofei al più presto possibile - dice Mourinho -. Nelle grandi istituzioni, e certamente il Real lo è, c'è sempre questo tipo di pressione, ed è molto forte. L'ideale sarebbe rimanere a Madrid fino al termine del mio contratto. Ma so, e lo sapete tutti, che non potrò rimanere uno, due o tre anni senza conquistare dei titoli. Queste sono le regole del gioco, devo guardare al futuro, e non posso stare qui una vita intera senza vincere».
A Madrid Mou ha trovato un Cristiano Ronaldo «che ha superato le mie aspettative. È fantastico, un ragazzo straordinario fisicamente più forte che mai. Credo che ci siano tutte le condizioni affinché la stagione in corso diventi la migliore della sua carriera». A sorprenderlo è stato anche l'argentino Di Maria, «che è già riuscito nell'impresa più difficile, quella di conquistare il Bernabeu», mentre nonostante la lezione di calcio subita a Barcellona per Mourinho la squadra migliore del mondo «è l'Inter, e l'ha appena dimostrato vincendo il Mondiale per club».
«La mia frustrazione personale dell'anno - conclude Mourinho - e non di essere potuto venire qui per le partite contro Danimarca ed Islanda. Credo che non sarò mai il tecnico di una nazionale, per una questione di mentalità e personalità, ma in quel momento mi sentivo pronto a farlo».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.