L'uomo al centro del vissuto aziendale e di ogni suo aspetto, incluso il sostegno alla salute psicofisica di chi lavora, unito alla ricerca di un equilibrio tra professione e vita privata. L'approccio «umanocentrico» ridefinisce le priorità del welfare in azienda e determina la creazione di un ambiente lavorativo moderno, inclusivo, accogliente. Mundys, azienda internazionale di infrastrutture e mobilità, è tra le principali realtà che da tempo seguono questo percorso: la società, che con 23mila dipendenti opera in circa 30 Paesi e gestisce 5 aeroporti, autostrade e servizi per la mobilità, ha infatti intrapreso un'innovativa valorizzazione delle proprie persone, costruendo una cultura organizzativa che guarda non solo ai risultati, ma anche al modo in cui essi vengono raggiunti. Ora questo impianto di welfare si arricchisce di un nuovo capitolo: il progetto Equilibrium, che mira a promuovere il benessere globale dei dipendenti. «La ricerca di un equilibrio tra corpo, mente ed emozioni è possibile. Il progetto Equilibrium nasce per sostenere questo valore. L'iniziativa fa parte del più ampio impegno di Mundys sul fronte Esg: in questo caso, particolare attenzione è dedicata agli aspetti sociali della nostra comunità lavorativa», ha dichiarato Maria Sole Aliotta, Human Resources Director di Mundys. Il progetto è frutto delle sfide degli ultimi anni, che invitano chi lavora in azienda a sapersi muovere in un contesto di volatilità, incertezza, complessità, ambiguità, in cui la complessità sociale è una costante. Tutto questo richiede una capacità di continuo adattamento, competenza chiave che Mundys ha sviluppato puntando sulla contaminazione culturale, il confronto continuo tra tutti gli stakeholder e la capacità di lavorare insieme.
L'approccio scelto dall'azienda è stato quello di affiancare il percorso di ciascun dipendente, dotandosi di strumenti in grado di promuovere il benessere psico-fisico della persona. Il progetto Equilibrium si concentra dunque su diversi aspetti del vivere dentro fuori e l'azienda, a cominciare dalla flessibilità, con soluzioni che favoriscono la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, introducendo anche nuovi accorgimenti alla sostenibilità. È poi previsto un check up annuale con 16 visite, tra cui quelle con un medico nutrizionista per definire un percorso di ri-educazione alimentare, partendo dall'analisi di alcuni indicatori del benessere. Vi sono poi un monitoraggio della postura in ufficio con il supporto di uno posturologo, l'inserimento di alimenti benefici all'interno delle aree ristoro aziendali e l'invito a svolgere passeggiate rigeneranti durante la pausa pranzo.
«Ogni anno, attraverso indagini approfondite sul benessere, raccogliamo dati preziosi per comprendere le esigenze dei lavoratori e per migliorarne la qualità di vita. Da tempo Mundys opera con un approccio che guarda al benessere della persona a 360 gradi per offrire un ambiente di lavoro equilibrato e attento alle esigenze personali di ciascuno di noi», ha aggiunto Maria Sole Aliotta, rimarcando così i pilastri del nuovo progetto: ascolto, benessere, flessibilità e salute. Il piano welfare aziendale del Gruppo prevede inoltre una serie di misure volte a supportare i dipendenti e i loro familiari, come i rimborsi spese per l'istruzione e quelli per l'acquisto dei libri scolastici. Sono previsti indennizzi anche per servizi di baby-sitting e assistenza agli anziani. Inoltre, il piano prevede buoni acquisto utilizzabili per attività culturali e sportive. Tutti i lavoratori possono usufruire anche di una polizza sanitaria, estendibile ai familiari e di una polizza vita. Tra le numerose iniziative promosse a favore della mobilità sostenibile, è garantito l'abbonamento annuale dei mezzi pubblici utilizzati per raggiungere le sedi di lavoro di Roma e Milano e di un parco auto full electric. Sul fronte della formazione, negli ultimi tre anni Mundys ha investito in oltre 1,6 milioni di ore sul tema rivolte al personale, con un focus sulla costruzione di nuove competenze su temi quali la sostenibilità, le tecnologie e l'intelligenza artificiale.
La Capogruppo applica infine il modello della «We Economy», basato su equità retributiva e accessibilità a percorsi di crescita e sviluppo per riconoscere a tutti forme organizzative e retributive trasparenti, eque e inclusive.
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