"L'hanno chiusa nel camerino?". È giallo sul monologo di Francini a Sanremo

Il discorso dell'attrice era previsto a 00:39 ma è avvenuto circa un'ora dopo. Sui social scoppia il caso: "Perché quella che tiene meglio il palco viene fatta esibire a notte fonda?"

"L'hanno chiusa nel camerino?". È giallo sul monologo di Francini a Sanremo

Senza alcun dubbio è stata la migliore co-conduttrice. Ha saputo tenere bene il palco, è stata spigliata e sicura di sé, non ha fatto mancare momenti di ironia. Ma sul monologo di Chiara Francini si è aperto un vero e proprio caso sui social: dalla scaletta della quarta serata del Festival di Sanremo si evince che il suo discorso era stato inizialmente fissato a 00:39 ma in realtà è avvenuto circa un'ora dopo, solamente verso l'1:30. Peccato, visto che l'importantissimo tema della maternità mancata e i relativi sensi di colpa avrebbe meritato maggiore visibilità in un orario più consono.

Scoppia il giallo: "Chiusa nel camerino?"

La vicenda non è passata inosservata agli utenti sul web, che hanno subito segnalato il fatto sui propri profili e si sono interrogati sul motivo per cui sia stato riservato questo spazio di minore importanza rispetto a quello di 00:39. La sensazione di alcuni è che l'attrice toscana sia stata messa da parte, come se fosse stata un po' bistrattata mentre il suo monologo bello e profondo senza alcun dubbio avrebbe potuto godere di una più alta "copertura".

Non sono mancati i toni polemici sui social. A partire dalla giornalista Selvaggia Lucarelli, contrariata per quanto accaduto: "Giustamente il monologo di Chiara Francini, l'unica che sa governare un palco, a notte fonda". Un altro utente non ci sta e ha fatto una sottolineatura ben precisa: "Credo che rispetto alle altre le sia stato dato poco spazio durante la serata, quando tra tutte è sicuramente quella che regge alla perfezione i tempi di conduzione con tanto di comicità".

Ovviamente c'è stato posto anche per l'ironia del caso da parte di chi ha voluto affrontare il caso con un taglio divertente e più leggero: "Ma poi l'hanno chiusa in camerino per quasi tutta la serata?"; "Poteva andà a dormì". Qualcuno ha pubblicato una foto di Fiorello coperto da un plaid al freddo e ha commentato: "Chiara Francini che aspetta di entrare dietro le quinte". C'è anche chi ha postato l'immagine della nota trasmissione Chi l'ha visto.

Resta comunque il dispiacere per lo slittamento dell'orario a discapito di un intervento tanto attuale quanto rilevante. "Il monologo di Chiara Francini all'01:40 è una mancanza di rispetto nei suoi confronti. Lo spazio che le è stato dato è veramente poco rispetto al suo enorme talento", è il pensiero di un utente. Che ha riscontrato diversi pareri concordanti: "Stessa cosa che ho scritto anch'io, veramente una grandissima mancanza di rispetto".

Il monologo di Chiara Francini

Il monologo di Chiara Francini è stata una vera e propria denuncia sociale, incentrata sulle ansie e sui sensi di colpa che spesso travolgono le donne che non sono sposate e che non hanno figli. Una condizione che in diversi casi porta loro a sentirsi inadeguate e inutili: "Da qualche parte penso di essere una donna di merda perché non so cucinare, perché non mi sono sposata e perché non ho avuto figli. Razionalmente so che va bene così, ma da qualche parte, dentro di me, c'è questa voce. Esiste. E io, alla fine, penso che abbia ragione lei, che io sia sbagliata".

I dilemmi della maternità mancata sono stati il pilastro del suo discorso. Le amiche iniziano a fare figli e qui scatta quel meccanismo: quando qualcuna dice che è incinta e tu non lo sei mai stata "c'è come qualcosa che ti esplode dentro". E in quel caso "non c'è spazio per il tuo dolore, per la tua solitudine".

Spesso il senso di colpa "rimbomba dentro, come un'eco". Certo, c'è la paura che la maternità possa cambiarla. Ma restano vive la speranza e la fiducia nel futuro.

"Ma io volevo solo essere brava, io volevo solo essere preparata, io volevo che tu fossi fiero di me. Anche se ancora non ci sei. Forse, perché ci sei sempre stato", è stata la conclusione accolta dagli applausi del Teatro Ariston.

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