"Se succede impazzisco...": la rivelazione di Rose Villain. Cos'è la misofonia di cui soffre la cantante

Nel corso di un'intervista concessa ad Alessandro Cattelan, la cantante ha parlato di un suo disturbo neuro-comportamentale ancora poco conosciuto

"Se succede impazzisco...": la rivelazione di Rose Villain. Cos'è la misofonia di cui soffre la cantante
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Se ne parla ancora molto poco, eppure la misofonia è un disturbo abbastanza comune, tanto che persino un personaggio noto come Rose Villain ne soffre. Intervistata da Alessandro Cattelan per la nuova puntata di Hot Ones, su Rai Play, la cantante ha rivelato di convivere con questa sindrome che consiste in una ridotta tolleranza al suono e a certi specifici rumori.

"Io ho un problema con le persone, soffro di misofonia e se la gente fa dei rumori io impazzisco", ha dichiarato Rose Villain, affrontando l'argomento con assoluta serenità. Del resto, ad avere questo disturbo sono tante persone, anche, per fare un esempio, l'attrice Melissa Gilbert, conosciuta per aver prestato il volto a Laura Ingalls de La casa nella prateria.

La misofonia si caratterizza come una reazione negativa a un determinato suono, sia esso debole o forte. Quando il suono disturba il paziente, questo può andare incontro a reazioni anche violente, che includono ansia, paura o rabbia. I rumori "incriminati" possono essere i più vari: si va dai suoni nasali, come il russamenti, ai suoi orali, al pianto dei bambini o ai versi di animali. Anche i suoni emessi dal corpo, come lo scrocchiare delle articolazioni, può causare una forte rezione, oppure i suoni ambientali, come lo squillo del telefono, i clacson delle auto o il ticchettio di un orologio, e tanto altro.

Non si conosce ancora bene questa sindrome, ma pare si tratti di un disordine neurologico. I suoni, in particolar modo quelli prodotti da naso e bocca, possono provocare reazioni anche intense. Secondo l'Associazione Italiana Misofonia, questa sindrome neuro-comportamentale porta a una sovraeccitazione del sistema nervoso autonomo, con conseguente reattività emotiva negativa. A lungo andare questo problema può incidere sullo stile di vita di una persona, portandola a non socializzare con gli altri.

Su questo disturbo si deve ancora sapere molto, dato che è da relativamente poco che la medicina ha iniziato a studiarlo.

Le prime ricerche, infatti, risalgono al 2013. I medici paiono concordi nell'affermare che oltre a una componente neurologica deve essercene anche un'altra di natura psicologica/psichiatrica che dovrà sicuramente essere approfondita.

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