Napoli, anche i disabili pagano sulle strisce blu

Il Comune di Napoli ha deciso di appicare una sentenza della Cassazione: l’unica eccezione è prevista per gli automobilisti che sono in grado di dimostrare che tutti i parcheggi riservati ai portatori di handicap siano occupati o non fruibili

Napoli, anche i disabili 
pagano sulle strisce blu

Napoli - Qualcuno parla già di decisione vergognosa. Le strisce blu, quelle che delineano, sull'asfalto, i posti auto a pagamento, saranno valide anche per i diversamente abili a Napoli. In altre parole anche loro dovranno pagare, niente più esenzione. Il Comune partenopeo ha deciso di applicare la sentenza della Corte di Cassazione dello scorso 12 ottobre che sancisce l’obbligatorietà del pedaggio anche per le auto che espongono il contrassegno invalidi. A Napoli l’unica eccezione è prevista per gli automobilisti che sono in grado di dimostrare che tutti i parcheggi riservati ai portatori di handicap siano occupati o non fruibili. A insorgere anche l’Anida onlus, l’associazione nazionale italiana diversamente abili.

Gratuità della sosta "Il principio espresso dalla Corte è che la gratuità della sosta - spiega l’Anida - non agevola per nulla il disabile e questo è un principio condivisibile. Il disabile con seri e gravi problemi di carattere motorio non chiede né mance né elemosina, ma il sacrosanto diritto di poter parcheggiare la sua auto quanto più vicino è possibile al posto che deve raggiungere, così come stabilisce l’art. 11 del D.p.r. 503/96 che regola la circolazione e la sosta dei veicoli al servizio di persone disabili".

Diritto al parcheggio L’Anida ricorda che il diversamente abile "ha il sacrosanto diritto di parcheggiare senza che gli vengano create situazioni di disagio, tensione, preoccupazione e conseguente agitazione" e che la sentenza della Corte suprema di Cassazione ha sollevato "un enorme problema" che mette in luce "ancora una volta l’indisponibilità dei portatori di handicap di attendere con una certa normalità alla propria attività".

L’associazione sottolinea, però, che "certamente questo compito non può essere devoluto alla magistratura che, in ossequio alla legge accetta la sussistenza o meno di una violazione, la questione è prettamente politica".

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