Si occupavano di autodemolizioni ma non avevano alcuna autorizzazione a farlo: scatta un maxisequestro da quasi 300mila euro nel Napoletano.
L’operazione porta la firma dei carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico che hanno scoperto l’attività abusiva nell’area di Castellammare di Stabia, alla provincia a sud del capoluogo campano di Napoli. I militari del comando di tutela ambientale per la prevenzione e repressione dei reati ambientali di Napoli – che da tempo sono impegnati in numerosi controlli e verifiche in tutta l’area dell’hinterland partenopeo sul fronte delicatissimo del ciclo dei rifiuti - si sono imbattuti in un capannone dove avveniva la demolizione di veicoli.
Nel caso specifico, all’arrivo dei carabinieri è emerso che stava avvenendo lo smontaggio di tre autovetture. I “pezzi” prelevati dalle macchine erano stati ammassati all’interno dello stesso capannone.
Dai controlli dei militari, però, è emerso che il responsabile non aveva conseguito l’autorizzazione a quell’attività di recupero di rifiuti prescritta dai regolamenti in materia, in particolare dal Testo unico ambientale. Perciò i carabinieri hanno proceduto al sequestro dell’attività. Sotto i sigilli sono finiti, oltre al capannone ampio circa quattrocento metri quadri e alle componenti delle automobili a cui si stava lavorando al momento dell’arrivo dei militari, anche il piazzale della struttura, di circa trecento metri quadri, e le tre autovetture da demolire. Il valore complessivo dei beni finiti sotto sequestro, dalle stime dei carabinieri, ammonta a circa 300mila euro.
Nei guai, poi, è finito il responsabile della struttura. Per lui è scattata la denuncia: risponderà dell’accusa di gestione illecita di rifiuti.
Si tratta di una nuova operazione dei carabinieri del Noe di Napoli a tutela dell'ambiente. Solo un mese fa, questa volta ad Acerra, i militari si imbatterono in una maxidiscarica abusiva in cui erano stati ammassati circa 17mila metri cubi di rifiuti. Nello specifico si trattava di rottami metallici, in particolare di ferro, e di scarti di lavorazione. Nei guai finì un'azienda della zona a cui, dalle indagini dei militari, fu ricondotta la responsabilità dell'ammassamento abusivo e il sequestro che scaturì dall'attività dei militari fu quantificato in un valore pari a circa 3,5 milioni di euro.
Prima ancora, sempre alle falde del Vesuvio, a San Giuseppe Vesuviano, fu scoperta un'altra discarica - abusiva - di materiali ferrosi.
A febbraio scorso, a poca distanza da un opificio completamente sconosciuto all'Erario che produceva pasta, i finanzieri scoprirono uno sversatoio in cui rinvennero parti di automobili e moto, pneumatici e carcasse di furgoni. La quantità di rifiuti scoperta in quell'occasione fu stimata dai militari in circa quaranta quintali.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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