Si era convinta che fosse un amico, poiché, dopo averlo conosciuto in una scuola di ballo, aveva cominciato a frequentarlo, fidandosi ciecamente di lui. Quell’uomo, un etiope di 51 anni, invece, si è trasformato successivamente in un violentatore. Il primo ad abusare di una donna napoletana sarebbe stato un complice dell’immigrato, un italiano di 49 anni residente a Napoli. I due sono stati condannati dal giudice per l’udienza preliminare Antonio Baldassarre che li ha ritenuti colpevoli di stupro di gruppo. Agli imputati sono stati inflitti cinque anni e otto mesi di reclusione, al termine di un processo celebrato con il rito abbreviato. Il giudice non ha ritenuto sussistente l’aggravante, contestata dal pubblico ministero, dell’uso di sostanze alcoliche e stupefacenti.
La vittima è una napoletana di 45 anni che sarebbe stata tratta in inganno dall’etiope, il quale, dopo averla conosciuta nella scuola di ballo e approfondito la relazione d’amicizia via social media, un sabato di inizio maggio 2020, a fine lockdown, l’ha invitata a casa per pranzo. La donna si è recata all’appuntamento e, inaspettatamente, si è trovata di fonte anche l’amico dell’etiope. Inizialmente tutto è filato liscio, tra chiacchiere e risate (in questo frangente ci sono state anche telefonate della donna alle amiche per un futuro appuntamento), fino a quando la vittima designata non sarebbe stata indotta ad assumere alcol e droghe.
La denuncia della vittima
Quando i due uomini si sono accorti che ormai aveva perso il controllo l’avrebbero portata in camera da letto e stuprata, a turno, indifferenti alle lacrime e alle suppliche della 45enne. Ancora stordita la vittima è tornata a casa ma la denuncia l’ha presentata solo quattro giorni dopo, in un centro antiviolenza, dove si è recata dopo essersi confidata con le amiche. Le indagini degli investigatori del commissariato Vomero e della squadra mobile, coordinati della sezione “Fasce Deboli” della Procura di Napoli, coordinati dal pubblico ministero Barbara Aprea e dal procuratore aggiunto Raffaello Falcone, hanno consentito di raccogliere importanti indizi.
A mettere nei guai i due imputati, che all’inizio vennero
solo denunciati, sono state, in particolare, due stampe appese al muro nel corridoio della casa e uno scarabocchio sul muro che la donna è riuscita a descrivere con dovizia di particolari agli inquirenti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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