Una storia incredibile quella che ha coinvolto quattordici famiglie di Terzigno, nel Napoletano, che trascorreranno le festività natalizie lontano dalle loro abitazioni. Circa cinquanta persone sono rimaste senza un tetto e il motivo è sempre lo stesso: abusivismo edilizio. Questa volta, però, la vicenda è più complessa e vede coinvolte persone che, nonostante siano state raggirate, devono pagare dazio. Alla fine degli anni ’80 fu costruito un complesso residenziale alle falde del Vesuvio, con tutti i permessi in regola, e nel 1996 cominciò la vendita degli immobili. I compratori, ignari dei problemi, hanno acquistato gli appartamenti stipulando atti notarili, accendendo mutui presso le banche e pagando le consuete tasse comunali. Insomma, tutto nella norma, per poi scoprire, dopo diverso tempo, che l’intero complesso residenziale era abusivo.
Una doccia gelata per i proprietari, che hanno dovuto avviare una dura battaglia per affermare i propri diritti. La loro protesta negli ultimi anni è stata tenace, fino a rivolgersi al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. “Truffati e sfollati”. Questo è quello che hanno ripetuto alle istituzioni i componenti delle quattordici famiglie vittime dell’imbroglio dei costruttori. Hanno raccolto delle firme attraverso una petizione popolare, ma tutto è risultato inutile. La beffa più grande, però, riguarda le spese di demolizione: le famiglie raggirate dovranno pagare 30mila euro ognuno (per lo Stato il costo è di 800mila euro) e questo nonostante il fatto che persino la Corte di Cassazione abbia riconosciuto la loro buona fede.
L’unica notizia positiva è arrivata dalla Regione Campania, che ha stanziato un fondo per sostenere le persone sgomberate, la cui casa è stata abbattuta. Non solo: nel regolamento di edilizia residenziale pubblica approvato dall’ente regionale lo scorso mese di ottobre, esiste un criterio di priorità che favorisce nella graduatoria per l'ottenimento dei fondi proprio persone che si trovano nella situazione delle decine di famiglie di Terzigno. Del caso ne ha parlato anche la trasmissione Mediaset Le Iene. “All’improvviso sei anni fa – hanno detto i proprietari in televisione – i tecnici del Comune ci hanno detto che c’era un procedimento di abbattimento. Neanche sapevano che queste case erano abitate con tanto di utenze.
I residenti si sono rivolti agli avvocati ma hanno scoperto che oltre al danno, c’è anche la beffa: “Ci hanno detto – hanno evidenziato – che la possibilità di denunciare il costruttore era andata in prescrizione perché erano trascorsi già sei anni”.Segui già la pagina di Napoli de ilGiornale.it?
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