Quel cavalcavia a rischio crollo da anni: "E noi non possiamo lavorare..."

Il cavalcavia 22 dell'A16 in territorio di Sperone, piccolo Comune irpino, fu sequestrato nel giugno 2017. Qui comincia il dramma della Euronut Spa per la quale il ponte costituisce l'unica via di accesso all'impresa

Quel cavalcavia a rischio crollo da anni: "E noi non possiamo lavorare..."

Un ponte a rischio come la sua storia che pare finita nel dimenticatoio dopo il primo interessamento delle istituzioni locali. Inizia nell’incertezza il dramma di Euronut, azienda di Sperone, piccolo territorio della provincia irpina, rimasta isolata dal 5 giugno 2017, con il sequestro del cavalcavia 22 dell’A16. Ed in tre anni cambia poco o nulla. Ragioni dell’intervento l'ipotesi di rischio rispetto alla piena agibilità del viadotto che porterà prima all’interdizione totale dello stesso, poi, dopo mesi di confronto istituzionali, alla limitazione al transito con procedura di dissequestro parziale.

Dai tavoli istituzionali presso la prefettura di Avellino, al passaggio delle indagini alla procura di Cassino, 3 anni caratterizzati dalle attese, dal rinvio di possibili soluzioni, con poche certezze; una, quella dei mancati interventi di manutenzione sul ponte che avrebbe permesso di riattivarne la portata piena, ad oggi limitata a piccoli mezzi, con tutte le conseguenze del caso per l’azienda operante nel settore della trasformazione di prodotti agroalimentari.

Tre anni di disagi, a partire dal lavoro degli operai, costretti alle operazioni di carico e scarico con l’ausilio di muletti o addirittura a mano, nell’impossibilità di ospitare mezzi pesanti all’interno dell’impresa, con logistica poi dirottata altrove per far fronte a quella che in principio sembrava situazione temporanea, ed oggi spaventa per le lungaggini che non lasciano vedere soluzione all’orizzonte.

In lockdown da 3 anni, questa la sintesi della situazione palesata dall’ad Domenico Manganelli che continua a lanciare l’invito a fare presto, alle istituzioni, alla società Autostrade per l’Italia: "Chiede aiuti al governo per le conseguenze dell'emergenza Coronavirus mentre le piccole e medie imprese come la nostra continuano a restare impantanate nella palude burocratica", dice a ilGiornale.it, "Se la richiesta è legittima perché basata sulla normativa economica approntata dal governo, nulla quaestio, Ma è scontata una riflessione sull'eventualità che questo contributo sia dato ad Autostrade e che questa, stando a fonti di stampa, minacci un blocco degli investimenti. Noi di Euronut Spa ci chiediamo da 3 anni dove siano questi investimenti, in particolare sulla manutenzione.

Ci chiediamo perché non utilizzi uguale solerzia per risolvere il nostro caso e consentire la riapertura del cavalcavia con uno sforzo economico minimo per un colosso come quello dei Benetton. Ci appare come l'ennesimo caso in cui i 'grandi' si pongono in posizione di privilegio ed i piccoli non possono fare altro che soccombere”.

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