A Scampia le mobilitazioni anti leghista: "Al Sud non deve presentarsi"

A Scampia tre piazze diverse per dire “no” alla Lega. Corteo degli abitanti delle vele e altre manifestazioni sul territorio. Flop delle sardine

A Scampia le mobilitazioni anti leghista: "Al Sud non deve presentarsi"

Alla fine la Lega ha annullato il convegno. Ma loro, le associazioni e il popolo delle vele, sono scesi lo stesso in strada, dando vita a tre piazze diverse per dire “no” al partito di Salvini che con un convegno ieri avrebbe voluto prendere parola a Scampia. Se, da una parte, il flash-mob delle sardine si è rivelato un flop, dall’altra è stata molto partecipata la manifestazione organizzata dal Comitato vele. “Odio la lega”, “La gente come noi non molla mai”, intonavano in coro i manifestanti partiti dalla vela gialla. “Scampia non si lega”, era scritto sullo striscione in testa del corteo. Hanno marciato fino alla sede del centro sociale “Cantiere 167”, dove si è tenuta un’assemblea per ribadire la posizione anti-Lega e fare il punto sui problemi degli abitanti delle vele e su questioni più interne al comitato. “La demolizione della prima vela – hanno detto pubblicamente i portavoce Omero Benfenati e Rosario Caldore – dovrebbe avvenire entro la fine del mese. Faremo una grande festa popolare per rivendicare la lotta delle vele”. “Sabato la Lega sarà qui con un gazebo e noi non dobbiamo mancare”, è stato infine l’invito alla platea dall’alto di un banco usato come pulpito. Il popolo delle vele non vuole essere strumentalizzato, in vista delle elezioni teme che ci sia chi voglia comprare consensi e appropriarsi di risultati conquistati con la lotta dal basso: “Questa gente se ne deve andare, perché qua i protagonisti siamo noi e noi abbiamo solo la lotta di questo popolo”.

“Io appoggio questa manifestazione perché non penso che questo quartiere abbia ancora bisogno di passerelle e strumentalizzazioni, sia a destra che a sinistra”, ha dichiarato il consigliere municipale Claudio Di Pietro, che ieri si è unito alla terza piazza della mobilitazione anti-Salvini. “Tonni, sardine e pescecane…e di Scampia cosa rimane?”, era lo striscione provocatorio affisso nel piazzale dove si è radunato il gruppo di manifestanti convocato dal neonato Coordinamento territoriale Scampia. “Abbiamo deciso di scendere in piazza perché pensiamo che in questo momento Scampia non abbia bisogno di diventare la cassa di risonanza delle sardine, ma ha bisogno di tornare a discutere delle politiche”, afferma uno dei promotori del coordinamento, Salvatore Martelli. “Non siamo un contraltare alle sardine – specifica – Ma pensiamo che siano un movimento che lascia poco ai territori. Li attraversa, prende quel poco che c’è da prendere, cioè l’entusiasmo che in questo momento riescono a mettere in campo, e poi va via. Quindi lascia dei vuoti che per noi sono insopportabili e che bisogna colmare con la politica”.

La vigilia della mobilitazione è stata scandita da critiche e polemiche tra le sardine di Napoli e i comitati di Scampia. Articoli di giornale avevano attribuito alle sardine il merito di aver fatto annullare il convegno della Lega. E se le sardine, all’indomani, hanno parlato di “narrazione errata” dei giornali, dal comitato Vele Omero Benfenati senza mezzi termini ha sostenuto: “Nulla di più falso: la Lega a Scampia l'abbiamo fermata noi, si è trattato di una sollevazione popolare spontanea e soprattutto scaturita dagli stessi abitanti di Scampia. Dopo innumerevoli strumentalizzazioni noi crediamo che i tempi siano più che maturi per rivendicare i nostri sacrosanti diritti”.

Aprono al confronto le sardine di Napoli: “Se non verranno al nostro appuntamento io sarei interessato a parlargli da vicino Io posso solo imparare da quelli che fanno le attività su questo territorio “, ha affermato ieri uno dei rappresentanti, Bruno Martirani. Intorno a lui c’erano più giornalisti che sardine. In una decina hanno aderito al flash-mob davanti alla stazione della metropolitana.

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