I dati sul lavoro nelle regioni europee evidenziano come la Campania sia tra i territori con maggiori disagi sociali. Le famiglie sono sempre più povere: tre cittadini su dieci al di sotto dei 60 anni abitano in case con nuclei familiari che lavorano meno del 20% dell’orario potenziale. Un triste primato quello dei campani, con il 29,6% di residenti che devono arrangiarsi per racimolare i soldi necessari a sopravvivere. Si tratta di una media, come riporta il quotidiano la Repubblica, che è salita nel corso degli anni ed è oltre il doppio di quella nazionale, ferma all’11,7%.
Dal lato opposto, la Campania è anche la regione con il numero maggiore di nuclei familiari che usufruiscono del Reddito di cittadinanza (236.973 famiglie, che salgono a 256.986 se si tiene conto anche della Pensione di cittadinanza). Oltre la Campania, non se la passano bene la Sicilia, dove le persone che vivono in famiglie nelle quali si lavora meno del 20% del potenziale sono pari al 22,9% (in calo dal precedente dato del 2020 del 23,2%), e la Calabria, regione in cui c’è un netto peggioramento (dall’8,8% si è passati all’11,8%).
Subito dopo la Campania, il dato peggiore si registra in Europa in Spagna, nella Ciudad de Melilla.
Facendo riferimento a un altro dato, quello sulle persone a rischio povertà, la regione campana (37,6%) è superata dalla Sicilia (38,1%). Meno pesante la situazione in Campania per quanto riguarda la difficoltà della popolazione ad affrontare alcune spese essenziali, con una percentuale che si attesta al 14%.
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