Dieci le ordinanze di custodia cautelare eseguite nei confronti di alcuni componenti di una organizzazione criminale dedita alla truffa ai danni delle compagnie di assicurazione e del fondo di garanzia delle vittime della strada. Un’associazione a delinquere tra le province di Napoli e Avellino sgominata dagli agenti della polizia su disposizione della Procura della Repubblica di Roma. Il blitz è avvenuto all’alba e ha coinvolto ben cinquanta poliziotti. Le forze dell’ordine hanno denunciato in stato di libertà altre quattordici persone.
Il sodalizio criminale aveva messo in piedi un sistema illegale per ottenere ricchi risarcimenti, attraverso falsi incidenti stradali. La polizia ha indagato per due anni prima di venire a capo dell’intera organizzazione, che riusciva a costruire ad arte sinistri mai avvenuti nel territorio campano, a cavallo tra le due province di Napoli e Avellino. A ideare la truffa, un avvocato del foro irpino, che operava con l’aiuto di alcuni colleghi compiacenti.
Un anno fa un’operazione simile fu condotta dalle forze dell’ordine a Napoli, Caserta e Potenza, dove vennero indagate sessantasei persone. Una maxi inchiesta che coinvolse due regioni e tre città. In prevalenza furono inquisiti per truffa alle compagnie di assicurazioni persone del Napoletano, ma non mancarono alcuni residenti di Caserta e l’avviso di garanzia raggiunse anche un gruppo di potentini. Secondo l'accusa i truffatori, in qualità di proprietari di vetture, denunciarono sinistri mai accaduti per incassare le somme dell'assicurazione
Di fronte a questo tipo di truffe si rende sempre più necessario utilizzare al meglio l‘Archivio informatico antifrode, che ha l’unica finalità “di agevolare la prevenzione e il contrasto di comportamenti fraudolenti nel settore della Rc Auto obbligatoria”.
Un sistema di verifica che permette di avere una stima del livello di “rischio frode” di un sinistro, eseguendo un controllo sui cosiddetti “parametri di significatività”, ottenibili verificando i nomi dei danneggiati, dei testimoni, degli avvocati o patrocinatori coinvolti e molti altre variabili che le compagnie stesse “dovrebbero” inserire volta per volta, ad ogni sinistro gestito. Ivass e Ania, all’epoca, commentavano trionfalmente il nuovo “cervellone” annunciando finalmente tempi duri per i furbetti, ma tutto ciò è rimasto lettera morta.
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