RomaA Roma bandiere ovunque, sono tricolori pure le aiuole di piazza Venezia. A Milano invece, quando al Pirellone suonano lInno di Mameli, i consiglieri leghisti scappano al bar. LItalia politica si divide, proprio alla vigilia delle solenne celebrazioni dei 150 anni dellunità? Giorgio Napolitano non si scompone: la chiave di tutto, dice sta nel federalismo. È lì infatti che si regge il difficile equilibrio tra la coesione e il rispetto delle differenze locali. È «il riconoscimento e lo sviluppo delle autonomie», sostiene il capo dello Stato, a «fare più ricca e più viva» la Repubblica e la sua unità. E i «territori» devono poter «mettere a frutto le risorse».
Dal Quirinale arriva dunque uno spot a favore del federalismo, anche quello fiscale. Ma la sorpresa sta più nel momento dellintervento che nella sostanza: Napolitano si è detto più volte favorevole alla riforma. LItalia, secondo il presidente, è un complicato cocktail di responsabilità nazionali e potere decentrato. Ma le due cose, come spiega in un messaggio ai presidenti di Regioni e Province autonome, si tengono insieme, visto che cè pure nella Carta. «Lalto dibattito allassemblea costituente - scrive - ha portato a identificare ideali e valori da porre a base dellordinamento repubblicano. Nella Costituzione lidentità storica e culturale della nazione convive con il riconoscimento e lo sviluppo in senso federalistico delle autonomie che la fanno più ricca e più viva, riaffermando lunità e lindivisibilità della Repubblica».
La nascita dello Stato unitario, prosegue Napolitano, «ha consentito al nostro Paese di compiere un deciso avanzamento storico, di consolidare lamore di Patria, di porre fine a una fatale frammentazione e di riconoscerci in un ordinamento liberale e democratico». Ma questa è storia. Per il futuro bisogna rinvigorire che cose che ci uniscono. Come? «Mettendo a frutto le risorse e le potenzialità dei territori che rappresentate e portando avanti la riflessione sul contributo delle comunità regionali e locali al moto unitario, contribuirete ad ancorarle in modo profondo e irreversibile al patto che ci lega». Questo, in sostanza, dovrebbe essere il senso anche delle celebrazioni, e cioè «il momento ideale per rafforzare la consapevolezza delle responsabilità che ci accomunano».
Napolitano apprende «con molto piacere» che, nonostante la situazione, pure lambasciata di Tripoli festeggerà lanniversario dellunità e manda un messaggio anche ai nostri soldati allestero: «Le missioni italiane per la pace e la sicurezza, ai sensi della Carta dellOnu, sono eredi delle vicende storiche del Risorgimento».
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