Londra - La vita è stata creata per la prima
volta in laboratorio. Ci sono riusciti Craig Venter ed Hamilton Smith, i due biologi che nel 1995 sbrogliarono la
matassa del DNA e riuscirono a mapparne la sequenza. I due, riferisce l’Economist nel numero in uscita da domani,
hanno realizzato un batterio che possiede un genoma artificiale. "Adesso è possibile", si legge sul settimanale, "concepire un mondo sulla base di nuovi batteri (e finalmente, nuovi animali e piante) realizzati con il computer e
fatti crescere in successione".
Vita artificiale Il settimanale britannico
premette che "i più puntigliosi" possono obiettare che "è stato prodotto in laboratorio solo il dna della nuova
creatura" ma afferma che "il Rubicone è stato attraversato". Ora infatti "è possibile concepire un mondo in cui
nuovi batteri (e finalmente, nuovi animali e piante) possono essere progettati in un computer e poi cresciuti a
volontà".
Finora, creare vita "è stata considerata prerogativa delle divinità" ed è esistita la convinzione che la biologia "non
è una somma di atomi che si muovono e reagiscono tra loro" ma "è qualcosa di alimentato da un’essenza vitale".
Per questo, "può essere uno shock" che ora "comuni mortali hanno prodotto vita artificiale".
"Prima cellula artificiale" L’equipe aveva già sintetizzato chimicamente il genoma di un batterio e aveva trapiantato il patrimonio genetico di un batterio in un altro. Ora ha messo insieme i due metodi per creare quella che gli stessi ricercatori hanno definito una "cellula artificiale", nonostante solo il suo Dna sia artificiale. Comunque, "è la prima cellula sintetica mai creata, totalmente derivata da un cromosoma sintetico, costruita con quattro bottiglie di composti chimici su un sintetizzatore a partire da informazioni eleborate al computer", spiega un entusiasta Venter. Un procedimento complesso che ha portato appunto, dall’assemblaggio di vari pezzi, alla prima cellula artificiale. Gli scienziati puntano ora a ’disegnarè alghe salva-ambiente in grado di catturare anidride carbonica, stanno lavorando a nuovi metodi per velocizzare la produzione di vaccini. Insomma, le potenzialità d’applicazione dei risultati ottenuti sono enormi. Secondo Venter, si potrebbero ottenere anche nuove sostanze chimiche, ingredienti alimentari, strumenti per la pulizia delle acque. La cellula artificiale, sottolinea, "è uno strumento davvero potente per provare a far fare alla biologia quello che vogliamo".
Cnr: "Non basta" "Non dobbiamo avere paura. La vita artificiale non può esistere. Quella di Craig Venter è solo una grande dimostrazione scientifica che però non può avere nessun tipo di futuro nel mondo reale", ha assicurato il biotecnologo del Cnr, Roberto Defez. "Quell’organismo - ha poi aggiunto Deez - non può vivere se non in laboratorio. È soltanto un oggetto virtuale". Intervistato dal Messaggero, Defez spiega che "non basta il dna da solo per determinare la vita in un organismo per quanto piccolo questo possa essere".
Per il biotecnologo, la cellula artificiale 'creata' da Venter, "un organismo fabbricato in laboratorio", è destinato a morire perché, ha concluso, "non sarebbe mai in grado di sopravvivere in un ambiente naturale e quindi è del tutto inutilizzabile".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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