Un «navigatore» facilita l’impiego delle protesi

Felicita Donalisio

Le cure odontoiatriche per definizione più impegnative (le implantoprotesiche) da sempre sono considerate da alcuni fonti di disagio, per i tempi di esecuzione. Considerando l'importanza che ha il sorriso (e l'igiene orale) nelle relazioni sociali di oggi, tutto ciò che può fare l'odontoiatra per accorciare i tempi delle cure assume grande valore. Ce ne parla un medico attento alle moderne esigenze del paziente, il dottor Emilio Francini Naldi, odontoiatra e implantologo a Firenze, Milano, Roma e Udine (www.efran.it; info 800-252020): «I tempi terapeutici sono quelli che sono, poiché la preparazione delle protesi definitive deve rispettare rigorose procedure ma, anche grazie al supporto di tecnologie sofisticate e all'elaborazione di metodiche innovative, spesso i tempi morti possono essere di molto accorciati. Prendiamo ad esempio le protesi mobili, totali o parziali, che normalmente si preparavano solo dopo aver estratto i denti malati. In questa procedura le protesi vengono preparate prima dell'arrivo del paziente in modo che, dopo aver praticato le estrazioni, sia possibile posizionarle immediatamente. Nelle settimane successive, alle protesi verranno eventualmente apportate modifiche per adattarle alle condizioni definitive delle gengive, a seguito della loro completa guarigione. Per i cosiddetti "ponti" abbiamo adottato una metodica analoga: anche in questo caso viene anticipata l'esecuzione della protesi per cui, una volta estratti i denti da togliere e preparati quelli da conservare, può essere subito posizionato un ponte provvisorio che, quanto ad estetica, ha poco da invidiare al definitivo».
Come si è riusciti ad attuare questa piccola rivoluzione nelle procedure? «Grazie all'innovazione tecnologica - continua Francini Naldi - ma anche alla capacità dell'odontoiatra di perfezionare continuamente il proprio modo di operare. Per la preparazione anticipata delle protesi sono di grande utilità due recenti tecnologie. La prima è quella stereolitografica, che, sulla base di una TAC, consente di riprodurre, in resina, la perfetta copia tridimensionale del mascellare o della mandibola da curare. La seconda è un'apparecchiatura per la produzione automatica delle capsule in pura ceramica, che utilizza i dati tridimensionali rilevati, nella bocca del paziente, da una "telecamera endorale". Queste apparecchiature sono di grande aiuto anche nell'implantologia, disciplina che richiede la massima precisione, soprattutto nella fase d'inserimento degli impianti nell'osso. In questo caso, però - conclude il dottor Francini Naldi - il contributo maggiore viene fornito dal recentissimo "navigatore implantare", un sistema computerizzato di supporto al chirurgo (simile a quello che da tempo viene utilizzato in ortopedia) che consente di inserire gli impianti con angolazione e profondità predefinite. In tal modo si può predeterminare con un ampio margine di sicurezza forma e dimensione delle protesi mobili che, opportunamente adattate alle mucose, vengono posizionate subito dopo l'intervento, permettendo alla persona operata di riprendere immediatamente l'attività lavorativa e la vita sociale.

Nell'implantologia, poi, è anche possibile, in casi ben precisi, ricorrere alla metodica del "carico immediato", grazie alla quale i denti possono essere subito posizionati sugli impianti senza attendere il periodo di guarigione: in questo caso il paziente esce dallo studio addirittura con molti più denti di quanti ne avesse quando è entrato».

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