La manifestazione in piazza a Latina in memoria di Satnam Singh, il bracciante indiano 31enne tragicamente morto abbandonato davanti casa dopo essere intrappolato in un'azienda agricola di Borgo Santa Maria (nel Latinense) in un macchinario a rullo che aveva tranciato di netto il suo braccio destro, si è trasformato in evento politico-militante. Ed è un vero peccato, perché il lavoratore scomparso lo scorso 17 giugno avrebbe meritato ben altri gesti di solidarietà rispetto ai fischi e (soprattutto) agli insulti proferiti dai partecipanti della mobilitazione nei confronti degli amministratori comunali, regionali e nazionali tutti appartenenti al mondo del centrodestra. A parte le due testimonianze degli amici che hanno lavorato a fianco di Singh, tutto il resto è stato solo un comizio tinto di rosso.
Bandiere di Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Alleanza Verdi-Sinistra, Azione, Anpi e delle sigle Flai, Fiom, Fillea, Filctem e Spi hanno fatto da sfondo al palco allestito questo pomeriggio in piazza della Libertà. Molteplici gli attacchi agli esponenti del governo Meloni, con il ministro Lollobrigida preso continuamente di mira negli interventi dei sindacalisti e degli associazionisti professionali e studenteschi e additato quasi come se fosse lui il responsabile esclusivo delle morti sul lavoro degli ultimi decenni e dello sfruttamento da caporalato che ha riguardato l'intero territorio nazionale. Il rappresentante dell'Associazione nazionale partigiani italiani - ça va sans dire - non poteva fare altro che parlare del regime degli anni '20 del Novecento a proposito di chi risiede in questo momento a Palazzo Chigi: "È più forte la democrazia contro questo fascismo", ha urlato Vincenzo Calò.
Le possibilità di una riflessione e di un dialogo unitario tra le parti istituzionali coinvolte - su un tema su ci dovrebbe essere la massima condivisione trasversale - sono venute completamente a meno nel momento in cui è salita sul palco la sindaca di Latina, Matilde Celentano, eletta poco più di un anno fa con Fratelli d'Italia e con il sostegno di tutta l'alleanza di centrodestra. La prima cittadina del comune capoluogo di provincia ha cercato di portare avanti un discorso di puro buon senso comune affinché una comunità potesse stringersi ancora di più ai familiari e amici di Satnam. "Se vogliamo che quella di Satnam non sia un’altra morte sulla lista degli incidenti sul lavoro dobbiamo avere il coraggio di ammettere che siamo tutti responsabili dell'odioso fenomeno del caporalato, tanto le istituzioni quanto i cittadini che preferiscono non vedere", ha affermato Celentano. Quella contro il caporalato è una "guerra di civiltà da combattere tutti insieme, Latina non si sottrarrà dall'impegno di questa battaglia".
I suoi cinque minuti di intervento, tuttavia, sono stati accolti inizialmente con estrema freddezza dai manifestanti e poi con una sequela di contestazioni e offese contro di lei in quanto rappresentante di un partito e di un'alleanza considerata un nemico da abbattere.
Dalla piazza si sono sentiti chiaramente levare termini come "assassini", "complici", "m**de", "fascisti", "vai a ca**re", "i responsabili siete voi", "vallo a raccontare a quelli del governo".
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