Calcoli sbagliati per il peso dell'aereo: così il Boeing ha subito un tail strike a Malpensa

Il calcolo sottostimato del peso del volo Latam in decollo da Malpensa lo scorso luglio ha causato un errore di 30 nodi nella valutatazione della velocità di decollo, causando il tail strike

Calcoli sbagliati per il peso dell'aereo: così il Boeing ha subito un tail strike a Malpensa
00:00 00:00

Lo scorso 11 luglio, un aereo della compagnia Latam in decollo da Milano Malpensa e diretto a San Paolo in Brasile ha subito un grave tail strike sulla pista 35L, la pista sinistra in direzione Nord dello scalo lombardo. Per diverse decine di metri ha "strisciato" la coda sulla lingua d'asfalto in fase di decollo. Per ragioni di sicurezza, e per verificare i danni, dopo aver scaricato il carburante, il Boeing 777-300 è stato costretto a tornare a Malpensa con un atterraggio di emergenza. Fin dall'inizio era stato ipotizzato un errore umano ma non era chiaro cosa potesse aver causato l'incidente, che fortunatamente non ha avuto conseguenze su passeggeri e piloti dell'aereo. Il Boeing è ripartito da Milano una settimana dopo senza passeggeri e non ha ancora ripreso servizio.

A distanza di poco più di un mese, però, sono emerse le prime indicazoni sulle cause e pare che l'errore non sia stato in manovra, nelle fasi di decollo, ma in precedenza, durante le fasi preliminari del volo, quando sono stati inseriti i dati nei computer di bordo. Secondo Breaking Aviation, infatti, il tail strike sarebbe stato causato dall'indicazione di un peso errato dell'aereo, sottostimato, che ha influito sul calcolo della velocità necessaria all'aereo per partire. È stato stimato che l'errore nel peso ha determinato una stima di velocità inferiore di circa 30 nodi a quella effettivamente necessaria per decollare.

La tratta Malpensa-San Paolo è considerata a lungo raggio, richiedendo circa 12 ore per essere coperta, pertanto in cabina di comando erano presenti numerosi piloti. Ma questo era anche un volo con a bordo personale in addestramento, pertanto erano previsti un capitano istruttore seduto sul sedile di destra, un PF (pilot flying) per la tratta, responsabile dei controlli di volo dell'aeromobile, un capitano in addestramento come PM (pilot monitoring) sul sedile di sinistra e un capitano di riserva, seduto sul sedile posteriore. La catena di comandi all'interno di unca cabina di pilotaggio, nonché il tracicamento di tutte le attività, è particolarmente stringente e precisa, quindi non è stato difficile per gli ispettori individuare la causa dell'incidente.

Un problema simile si è registrato anche nel 2009 sul volo Emirates 407 in decollo dall'aeroporto di Melbourne e diretto a Dubai. Durante le fasi di decollo, a una velocità di 150 nodi, l'aereo non riuscì a prendere quota, la coda iniziò a strisciare sull'asfalto. Capendo il problema, i comandi del volo vennero lasciati da primo ufficiale al comandante, che spinse al massimo tutti e quattro i motori ma non riuscì a far salire l'aereo prima che questo uscì di 148 metri dalla pista e non prima di aver colpito una luce stroboscopica e con il carrello alcune antenne.

"Pensavo che saremmo morti. Ci siamo andati vicini", dichiarò successivamente il comandante. In quel caso l'errore fu del primo ufficiale, che sottovalutò di 100 tonnellate il peso dell'aereo.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica