“Ci obbligano a lasciare il porto”. La Ong vuole occupare anche la banchina

Alla nave Ong Aita Mari è stato assegnato il porto di Napoli in emergenza al posto di quello di Genova e pretendono di rimanervi per effettuare i lavori di manutenzione

“Ci obbligano a lasciare il porto”. La Ong vuole occupare anche la banchina
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La nave spagnola Aita Mari avrebbe dovuto raggiungere il porto di Genova, come da indicazione delle autorità italiane ma, a causa delle condizioni meteo in peggioramento che non avrebbero garantito una navigazione sicura, è stato preferito assegnare all'imbarcazione della Ong il porto di Napoli. Non sono certo mancate le polemiche nei giorni scorsi, quando sembrava che Aita Mari fosse destitana alla città ligure: la "strategia delle navi piccole", infatti, aveva sempre pagato e mai quesite imbarcazioni erano state assegnate a porti diversi dalla Sicilia.

Tuttavia, il maltempo che incombe ha obbligato le autorità a cambiare i propri piani, assegnando Napoli come porto provvisorio all'imbarcazione spagnola, che ha festeggiato la nuova destinazione. Sono in tutto 69 i migranti che l'Ong ha fatto sbarcare nel capoluogo partenopeo, che ora dovrà lasciare come da indicazione delle autorità. La nuova richiesta, inevitabilmente, ha fatto scoppiare altre proteste nell'equipaggio dell'organizzazione, che avrebbe voluto sostare a Napoli più a lungo per effettuare lavori di manutenzione. "L'Italia ci obbliga a lasciare il porto di Napoli. Anche in una cosa così semplice c'è tutta una strategia di logoramento, rifiutandosi di portare la spazzatura (è obbligatorio) o ritardando inutilmente la nostra partenza per Siracusa con il tempo che peggiora di ora in ora", scrivono sui social.

Ancora una volta, emerge la volontà di queste organizzazioni di dettare legge in un Paese sovrano, eludendo le norme e pretendendo di operare in libertà e senza tenere in alcuna considerazione le decisioni delle autorità. Un atteggiamento che, purtroppo, per troppo tempo è stato tollerato e quasi avallato dai governi rossi. "Il nostro desiderio era restare qui a Napoli, per fare dei lavori di manutenzione, ma ieri ci hanno detto che dobbiamo partire oggi da Napoli", ha riferito Cristina Campos, facente parte dell'equipaggio, a un quotidiano basco.

È chiaro che quella delle Ong sia una sfida al governo italiano: l'intento di queste organizzazioni, com'è noto, è quello di portare in Italia i migranti raccolti nel Mediterraneo. Se si trattasse di meri salvataggi, in molte occasioni ci sarebbero stati porti sicuri più vicini di quelli italiani, come Malta e Tunisia.

Ma nonostante le continue accuse di "fascismo" al governo del nostro Paese e di insensibilità verso i migranti, a causa dei porti di assegnazione, l'Italia continua a essere l'unico Paese di sbarco per le Ong del Mediterraneo. E non si placano nemmeno le polemiche per i "porti lontani", nonostante il Tar abbia a più riprese ribadito la piena legittimità.

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